Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2012 alle ore 10:03.

My24

La vicenda finanziaria di Salvatore Ligresti e del suo gruppo – Premafin-Fondiaria-Sai – comincia e finisce con un La Russa. Nel 1978, quando Premafin entra in Sai con il 9%, il senatore missino Antonino La Russa, classe 1913, è vicepresidente dell'impresa assicurativa appartenuta a Raffaele Ursini. L'altro ieri, alla riunione che ha sancito l'uscita di Ligresti da Premafin-Fondiaria-Sai, era presente un altro La Russa: Ignazio, classe 1947, ministro della Difesa dell'ultimo governo Berlusconi. A distanza di trentaquattro anni, padre e figlio aprono e chiudono una delle storie più intricate dell'alta finanza.
Ligresti, che tra un mese compie ottant'anni, approda a Milano negli anni '50. Proviene da un Comune del catanese, Paternò. È figlio di commercianti. Ha una laurea da ingegnere. E nel capolugo lombardo entra in contatto con Michelangelo Virgillito, agente di cambio suo compaesano. Manovratore della Borsa negli anni tumultuosi del decollo economico, Virgillito diventa una sorta di padre putativo di Ligresti. Acquista sale cinematografiche, immobili, rileva importanti pacchetti azionari, scala la Lanerossi, s'impadronisce della Liquigas. È un discusso finanziere e un cattolico che ama dare molto, e vistosamente, in beneficenza.

Consigliere e legale di Virgillito è un altro illustre paternese, l'avvocato Antonino La Russa, che assume incarichi di prestigio in alcune sue società. E tra le migliaia di impiegati alla dipendenze di Virgillito c'è un oscuro ragioniere, Raffaele Ursini, che, quando il finanziere cade in disgrazia, ne rileva la Liquigas per 5 miliardi. Siamo negli anni '60. Chi gli abbia messo in mano tutti questi soldi non si sa. C'è chi dice, ma senza averne la prova, che Ursini reggesse il «sacco» a Virgillito. È comunque un fatto che la stella dell'uno sorge proprio mentre sta per tramontare quella dell'altro.
La Liquigas si espande nella petrolchimica e, grazie all'acquisto della Sai dagli Agnelli, entra nelle assicurazioni. Ma è finanziarimente debole e alla fine degli anni '70 tracolla per il peso dei debiti. Prima di fuggire in sudamerica, Ursini fa in tempo a cedere la compagnia a Ligresti. Dell'affare Sai si occupa Antonino La Russa, che gli si è avvicinato dopo la morte di Virgillito ed è anche amico di Ligresti.
Nel 1989, quando tutto è già caduto nel dimenticatoio, Ursini ritorna in Italia per rivendicare il diritto a rientrare in possesso di un pacco azionario della Sai per una clausola segreta a latere del contratto di vendita. I giudici però gli danno torto.

Ormai Ligresti è un personaggio ingombrante della scena finanziaria. Una potenza. Con la Grassetto ha costruito immobili in tutta Milano. Attraverso Premafin controlla una catena di grandi alberghi, di cliniche private, di quote di minoranza in Pirelli, Cir (della famiglia De Benedetti), Italmobiliare (della famiglia Pesenti), Agricola finanziaria (della famiglia Ferruzzi). La struttura azionaria del suo gruppo è quella a piramide, tipica del capitalismo a conduzione familiare: da una holding si diparte una cascata di società ciascuna delle quali controlla quella sottostante. I vari livelli della piramide vanno però alimentati con copiosi dividendi, altrimenti il peso dei debiti diventa schiacciante. Ligresti non ce la fa a tenere sotto controllo l'esposizione e ha bisogno del paracadute delle banche dove dettano legge i politici. Spera che l'amicizia con Bettino Craxi, segretario nazionale del Psi, gli spalanchi le porte della Bnl, ma il presidente dell'istituto romano, Nerio Nesi, gli nega il sostegno. Fortuna che ad accoglierlo trova la Mediobanca di Enrico Cuccia. Il grande banchiere, nel 1988, è impegnato nella privatizzazione di Via Filodrammatici e Ligresti ha dimestichezza con i palazzi romani, soprattutto con quello del "garofano", il più restio a recidere il legame tra Mediobanca e le banche di interesse nazionale. La Sai ha inoltre una partecipazione in Euralux, la finanziaria lussemburghese che custodisce il 5% di Generali, il secondo pacco azionario della compagnia triestina dopo quello di Mediobanca. Motivo in più perché Cuccia ammetta Ligresti nel tempio della finanza e gli assicuri il suo ombrello finanziario, quotando Premafin.

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi