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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2012 alle ore 16:00.

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La cancelliera tedesca Angela Merkel smorza i toni sul downgrade annunciato venerdì 13 da S&Poor's che ha tagliato, in un colpo solo, il giudizio sulla capacità di ripagare il debito di nove Paesi dell'Ue. «Il dowgrade riguarda solo una delle tre agenzie di rating». La stessa spiega che questa decisione non si tradurrà in un «torpedo» sui mercati finanziari. Ed è fiduciosa sulla capacità di Spagna e Italia di riconquistare la fiducia dei mercati.

La prova del nove arriverà fra poche ore. Lunedì mattina, infatti la Francia - che al pari dell'Austria ha perso la Tripla A in questa ondata di bocciature da parte dell'agenzia di rating statunitense - chiederà al mercato 8,7 miliardi di euro. La statistica lascia ben sperare. Secondo quanto rileva Jp Morgan, dal 1998 i rendimenti dei titoli decennali dei nove Paesi che da allora sono usciti dal club delle Triple A sono aumentati, in media, di appena due punti base la settimana successiva al downgrade. ovvero dello 0,02%. Se poi si guarda a quello che è successo ai Treasury bond statunitensi, all'indomani del downgrade di S&Poo'rs il 5 agosto scorso (che è costato la testa al capo dell'agenzia di rating Deven Sharma, dimessosi il 23 agosto) le aspettative sono anche migliori. In quel caso il rendimento dei titoli anziché salire - come la logica vorrebbe dato che un titolo con rating più basso è tecnicamente da considerarsi più rischioso e quindi a rendimento più alto - è sceso portandosi sette settimane dopo il downgrade al minimo storico dell'1,6714 per cento.

Ovviamente, gli Stati Uniti - secondo molti analisti - a proprio vantaggio hanno una Banca centrale (la Federal Reserve) autorizzata a stampare moneta in casi di emergenza (anche attraverso manovre di quantitative easing). Facoltà di cui non dispone, al momento, la Banca centrale europea, a cui anche Parigi fa capo.

Intanto, il presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo il downgrade di S&P, è intervenuto per la prima volta promettendo di avviare nuove riforme per far fronte alla crisi. «La crisi - dice - può essere se avremo la volontà collettiva e il coraggio di riformare il paese». «Dobbiamo resistere - aggiunge - combattere, dobbiamo dimostrare coraggio e dobbiamo restare calmi». Sarkozy si impegna a pronunciarsi entro la fine del mese e assicura che spiegherà ai francesi «le importanti decisioni da prendere senza ritardi».

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