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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2012 alle ore 10:45.

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Le banche europee si preparano a raddoppiare il loro ricorso al prestito illimitato d'emergenza a tre anni che la Bce si appresta a ripetere a fine febbraio (dopo il successo registrato a dicembre): ma il finanziamento voluto da "Super Mario", scrive il Financial Times riferendosi al presidente della Bce Mario Draghi, «non è una panacea».

Secondo il quotidiano della City, che ha interpellato i vertici dei maggiori istituti bancari dell'area euro, molte banche potrebbero addirittura triplicare la somma che prenderanno in prestito il mese scorso.

E così il «Ltro (Long term refinancing operation) potrebbe facilmente raggiungere i 1.000 miliardi di euro contro i 489 miliardi», cifra senza precedenti, toccati lo scorso dicembre. Tuttavia la misura voluta da Draghi, accolto da «adulazione degna di una rock star come Mick Jagger» dai banchieri al vertice di Davos, «non è la panacea che tutti vorrebbero credere».

Le previsioni degli esperti
«Le banche italiane erano già state particolarmente attive al primo giro, richiedendo 116 miliardi sui 489 mld totali», notano gli analisti di Intermonte. «Ci aspettiamo ancora una consistente richiesta di liquidità da parte del sistema bancario italiano», aggiungono gli esperti, secondo cui ciò «va incontro alle nostre originarie aspettative di finanziare tramite Bce tutte le emissioni in scadenza sul segmento istituzionale per il 2012 e buona parte del 2013».

Non tutti concordano sulla soglia dei 1.000 miliardi, ipotizzati dal Financial Times. Ma sul fatto che anche il maxi prestito in programma a fine febbraio avrà successo c'è condivisione. «Non è escluso che la domanda delle banche possa essere vicina a quella vista all'asta di dicembre», visto che gli istituti «potrebbero voler stoccare fondi per le necessità di finanziamento anche oltre il 2012». Lo spiega Anna Grimaldi, economista di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che l'opportunità di carry trade «potrebbe pesare». L'economista rileva che la Ltro «ha ridotto in maniera significativa il rischio sistemico nel settore bancario, ma riuscire a quantificare l'effetto sul credito e' molto complesso». «Il credito che osserviamo è la risultante di domanda e offerta, un valore di equilibrio», spiega Grimaldi, aggiungendo che «è difficile dire quale sarebbe il sentiero del credito in assenza dell'intervento Bce a sostegno delle banche, anche perché la disponibilità di fondi è solo uno dei fattori che determinano l'offerta di credito».

Economia reale?
«C'è scarsa prova che i soldi stiano andando all'economia reale», si legge in un commento del Ft. Il bilancio sempre più ampio della Bce «potrebbe minacciare l'ultimo bastione di forza dell'economia globale». Infine allungare le misure d'emergenza per tre anni significa «inevitabilmente prolungare le distorsioni» dei mercati.

www.twitter.com/vitolops

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