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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2012 alle ore 16:32.

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Ben Bernanke (Ap)Ben Bernanke (Ap)

La crisi finanziaria europea continua a minacciare la ripresa statunitense, ma «la Fed farà tutto il possibile per prevenire danni all'economia». Lo ha detto il presidente della Fed, Ben Bernanke, nel corso della sua audizione davanti al Congresso. Bernanke si è però mantenuto cauto sulle possibili mosse della Banca centrale per allentare la politica monetaria Usa e ha fatto sapere che «ci vorrà ancora parecchio tempo prima che il mercato del lavoro riprenda a funzionare normalmente»

Rischi alla ripresa Usa dalla crisi europea
«A livello globale - ha sottolineato Bernanke - l'attività economica sembra rallentare, frenata in parte dal contagio dagli sviluppi in Europa. Gli elevati livelli di debito e le deboli prospettive di crescita in numerosi paesi europei hanno sollevato dubbi sulla situazione fiscale, traducendosi in un aumento dei costi di finanziamento. Risolvere questi problemi richiederà un'azione concertata da parte delle autorità europee, che hanno lavorato duro per gestire le sfide di bilancio e finanziarie. Nonostante questo, rimangono rischi sul fatto che gli sviluppi in Europa o altrove possano peggiorare le prospettive economiche in casa. Siamo in contatto con le autorità europee e continueremo a monitorare la situazione da vicino e prenderemo tutte le misure disponibili per tutelare il sistema finanziario e l'economia». Bernanke ha anche detto che «negli ultimi due anni e mezzo, l'economia americana si è gradualmente ripresa dalla profonda recessione», ma ha precisato che la velocità della ripresa «è lenta in modo frustrante e la debole espansione ha lasciato l'economia vulnerabile agli shock». «L'outlook resta dunque incerto».

Senza un'azione correttiva, Usa rischiano una crisi fiscale
Il presidente della Fed ha ricordato al Congresso che è necessario portare la politica fiscale su una strada più sostenibile, altrimenti l'America rischia una crisi fiscale improvvisa. «Anche se non esistono teorie economiche o esperienze storiche che dimostrino il momento esatto in cui il livello di debito porta a un aumento significativo dei rischi», ha spiegato, «siamo certi che, se non ci sarà un'azione correttiva, andremo verso una crisi fiscale». Bernanke ha chiarito che il Congresso non deve ostacolare la ripresa economica, che è in corso ma che resta vulnerabile a shock. «Una situazione come quella europea non deve accadere negli Stati Uniti», ha detto, «per questo serve una politica fiscale convincente che eviti un aumento insostenibile del rapporto fra debito e prodotto interno lordo».

La priorità è risanare i conti pubblici
Per Bernanke la priorità degli Stati Uniti resta dunque il risanamento dei conti pubblici. «Per raggiungere una stabilità economia e finanziaria, la politica di bilancio americana deve essere su una traiettoria sostenibile per assicurare che il debito sia almeno stabile o cali nel tempo. Il raggiungimento di questo obiettivo deve essere la priorità».

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