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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2012 alle ore 15:17.

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Se non è richiesta dallo Stato interessato la valutazione del debito sovrano da parte delle agenzie di rating deve essere vietata. È questa una delle indicazioni fondamentali sulle quali l'Europarlamento sarà chiamato a discutere nelle prossime settimane.

L'europarlamentare italiano Leonardo Domenici del gruppo socialisti e democratici, nella sua veste di relatore sulle proposte della Commissione europea per rafforzare le norme sulle agenzie di rating, ha ultimato la preparazione degli emendamenti. Il primo confronto tra i gruppi politici avverrà entro fine mese. L'Europarlamento non proporrà l'istituzione di una classica agenzia di rating europea, ma che sulla valutazione delle capacità di credito degli stati si pronunci una istituzione pubblica in ambito Ue "indipendente" dai governi.

A metà novembre la Commissione europea ha presentato a governi e Parlamento una serie di nuove norme per rafforzare le regole del rating in Europa allo scopo di diminuire il "cieco affidamento" alle valutazioni delle agenzie, rendere il rating del debito sovrano più trasparente e frequente, maggiori barrire al conflitto di interesse nelle agenzie, misure per contrastare l'oligopolio delle tre "major" (Standard&Poor's, Moody's e Fitch).

Tra la preparazione delle nuove misure e il testo concordato dalla Commissione si è perso per strada qualcosa. In particolare la proposta di sospendere il rating degli stati quanto questi si trovano sotto negoziato per il salvataggio finanziario. Su questo si è registrata una divisione secca tra i commissari per cui alla fine il responsabile del Mercato interno Michel Barnier ha ritirato la proposta sperando in un successivo intervento dei governi o dell'Europarlamento.

L'Ecofin non ne ha ancora discusso, ma il Parlamento sta cercando di bruciare i tempi. La posizione generale è di consenso con gli obiettivi e diversi aspetti della nuova regolazione, ma i deputati, a quanto risulta a Il Sole 24 Ore Radiocor, insisteranno su quattro punti. Il primo riguarda il divieto di rating non richiesti per quanto riguarda la valutazione dell'affidabilità di credito degli stati. Attualmente le agenzie di rating valutano il debito sovrano automaticamente, senza neppure essere pagati dall'emittente (cioè dalla Stato) contrariamente a quanto avviene per i rating che coinvolgono enti o società pubbliche o private. (Radiocor)

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