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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2012 alle ore 17:31.
Classe 1943, ingegnere elettronico, Giuliano Zuccoli ha ''scalato'' la società A2a, di cui è stato presidente dal 2008, passando per la galassia di finanziarie e di partecipate del gruppo. Dal 2002 al 2007 è stato presidente di Edipower, dal 2005 al 2008 presidente di Delmi, dal 2005 presidente di Edison. Ma era al vertice sin dai tempi di Aem, la partecipata del Comune di Milano da cui A2a à nata. Dal 96 siedeva infatti nel cda, e dal 99 al 2002 è stato anche presidente di Fastweb, partecipata di Aem, divenuto poi l'unico grande competitor privato di Telecom a Milano nel settore delle comunicazioni via banda larga.
Zuccoli si è insomma trovato, o come soggetto attivo o come manager di transizione, nel fulcro della vita industriale finanziaria e politica di Milano e del Nord Italia. Basti pensare che la sua carriera inizia come direttore generale delle industrie Falck, colosso metallurgico di Sesto San Giovanni, fallito negli anni 80 (per lasciare spazio solo alle recenti inchieste sugli immobiliaristi e sulla corruzione per gli accaparramenti degli appalti dell'ex area industriale). Anni più tardi Zuccoli lo ritroviamo anche nel cda del Credito Valtellinese.
Un manager insomma protagonista della politica industriale, ma bene attento a dosare la gestione delle propria immagine. Di lui si racconta sia stato sempre grintoso e determinato, ma meno vanitoso di molti suoi colleghi. Oggi lascia la presidenza di A2a per motivi di salute. Ma sullo sfondo, nella lettera inviata ai consiglieri e al presidente del consiglio di sorveglianza Graziano Tarantini, si legge anche l'amarezza nei confronti di uno dei suoi azionisti di maggioranza, il Comune di Milano. Non è un mistero che tra lui e il neo assessore al bilancio Bruno Tabacci non corresse buon sangue. Tabacci lo ha spesso accusato di aver fatto numerosi errori gestionali, tra cui l'investimento del 2009 in Montenegro, che ad oggi non ha certo dato i ricavi sperati. Ma Zuccoli ha difeso l'iniziativa fino all'ultimo, dicendo che l'estero rappresenta il futuro per A2a.
Prima di andarsene Zuccoli si è però appuntato una medaglia: l'acquisto di Edipower, partecipata di A2a e della francese Edf. Nel divorzio coi francesi per la gestione della copartecipata Edison, A2a è riuscita a riprendersi il controllo della società del gas. In questo Zuccoli ha sfidato tutti, anche il suo stesso dg Renato Ravanelli e altri consiglieri che preferivano altre soluzioni. Nell'ultima fase è stato un uomo solo al comando. Ora per A2a si apre una fase nuova e molto diversa: si parla di una fusione con la multiutility del Nord-Ovest Iren e forse anche con la bolognese Hera. A scrivere questo capitolo, di fatto, Tabacci e Piero Fassino, sindaco di Torino.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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