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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2012 alle ore 15:10.
L'ultima modifica è del 09 febbraio 2012 alle ore 13:55.

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La Banca centrale europea ha lasciato invariato il tasso di riferimento all'1%. La decisione dell'istituto guidato da Mario Draghi riflette le aspettative degli operatori (ma non le proiezioni degli indici Euribor che danno per imminente un prossimo taglio). La stessa Bce si appresta però a varare una nuovo - dopo il finanziamento di dicembre - maxi prestito alle banche (a 3 anni all'1%) che in molti interpretano come una misura paragonabile, a tutti gli effetti, a un allentamento quantitativo.

In merito all'operazione varata a dicembre, attraverso la quale le banche europee hanno ricevuto finanziamenti per 489,1 miliardi Draghi ha dichiarato: «Il pronti contro termine a 3 anni ha evitato il credit crunch». In merito a nuove misure di allentamento lo stesso ha ribadito che «aumentare i collaterali (garanzie offerte dalle banche in cambio di prestiti a tassi agevolati, ndr) aumenta i rischi, ma possiamo gestirli». Lo stesso, per la prossima asta a 36 mesi in programma a fine febbraio, si aspetta «una domanda sostanziale».

In merito al costo del denaro il governatore della Bce ha indicato: «Non abbiamo discusso di una eventuale modifica dei tassi di interesse».

Quanto alla Grecia Draghi ha confermato che è stato raggiunto un accordo tra i partiti sui nuovi tagli, indispensabile per sbloccare il secondo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro. «Ribadendo: «Non posso dire niente - dice Draghi - sul possesso dei bond greci». «Discuteremo l'intesa sulle misure di austerità della Grecia più tardi».

Sul mercato del lavoro «bisogna ridurre le rigidità e aumentare la flessibilità». In generale Draghi ha ripetuto che nei Paesi dell'area euro sono necessarie riforme strutturali per rafforzare le performance delle economie, tra cui «riforme ambiziose sulla concorrenza nei mercati di prodotti e servizi».

La Bank of England lascia i tassi allo 0,5%
In linea con le aspettative di mercato e analisti la Banca d'Inghilterra annuncia una conferma dell'attuale costo del denaro a 0,5%, livello invariato ormai da marzo 2009. L'istituto centrale ha inoltre portato a quota 325 miliardi di sterline l'ammontare complessivo delle misure di 'quantitative easing' dal livello precedente di 275 miliardi di sterline.
Tutti e 62 gli analisti interpellati nell'ultimo sondaggio Reuters avevano indicato come scenario ampiamente più probabile per oggi quello di una conferma dei tassi.

I 56 analisti che hanno risposto alla domanda sull'importo del quantitative easing avevano stimato nei 50 miliardi annunciati oggi lamediana dell'aumento del programma.

In un comunicato successivo alla decisione la Banca d'Inghilterra ha detto che la decisione di iniettare altri 50 miliardi di sterline nel sistema finanziario è da mettere in relazione con i suoi sforzi volti a sostenere la fragile ripresa dell'economia, che rischia di trasformarsi in recessione.
Le recenti analisi hanno mostrato un quadro più positivo per per la Gran Bretagna - dice il comunicato - ma il ritmo di espansione nei principali mercatiexport della Gran Bretagna è rallentato.

Un graduale rafforzamento della produzione dovrebbe essere sostenuto da una leggera ripresa dei redditi reali dei privati, mentre è più che probabile che l'inflazione resti sopra il target del 2% nelmedio periodo senza nuove misure. Rimangono preoccupazioni per i problemi di indebitamento della zona euro.

www.twitter.com/vitolops

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