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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2012 alle ore 12:26.
Per chi ha in tasca un iPhone è una delle applicazioni più gettonate. Instagram, che vanta oggi oltre 15 milioni di utenti attivi ed è prossima a rendersi disponibile anche per dispositivi Android (oltre che per iPad), è salita agli onori della cronaca ieri, grazie a un articolo apparso sul Wall Street Journal, per ragioni diverse dalla bontà del servizio gratuito di condivisione delle foto offerto. Stando infatti al quotidiano newyorchese, la società è pronta a un nuovo round di finanziamenti che ne eleverebbe il valore di mercato oltre i 500 milioni di dollari.
Una cifra enorme se rapportata alle cifre che ruotavano intorno ad Instagram solo un anno fa (a un anno dalla sua apparizione sul mercato avvenuta nella primavera del 2010), quando si parlava di una valorizzazione nell'ordine dei 25 milioni di dollari. Lo scetticismo di chi vede difficile attribuire alla start up un modello di business profittevole si scontra quindi con la prospettiva di una crescita esponenziale che ricorda da vicino quella delle Internet company già sbarcate a Wall Street (come LinkedIn) o in procinto di farlo (Facebook). Generare utili con un'app che al momento gira solo su un modello di smartphone (quello di Apple per l'appunto) non è comunque impresa scontata, e i casi di Foursquare (22 milioni di utenti) e Flipboard, che ancora devono tradurre in ricavi l'enorme loro popolarità fra gli utenti mobili e le iniezioni di liquidità ricevute nel 2011 (circa 50 milioni di dollari di investimenti per entrambi), sono in quest'ottica assai espliciti.
Che Instagram sia una realtà del Web non ci sono dubbi, anche se la concorrenza nell'ambito dei social media dedicati allo sharing delle foto certo non latita, vedi l'astro nascente Pinterest e lo storico Flickr. E c'è soprattutto il fatto che, rispetto ad altre app ed altri social site, Instagram non è ben posizionata secondo vari addetti ai lavori per ciò che concerne i servizi di advertising, i contenuti a pagamento e l'e-commerce. Inducendo per questo motivo i grandi venture capital a non investirvi in ragione dell'eccessiva valutazione e dell'immaturità del business di questa app.
L'anno passato, però, la compagnia ha raccolto sette milioni di dollari di finanziamento da Benchmark Capital, Baseline Ventures e Andreessen Horowitz ed è prossima a metterne in cassa, secondo il Wsj, altri 40 milioni a breve. (G.Rus.)
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