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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2012 alle ore 08:48.
Ubi Banca ha chiuso il 2011 con una perdita di 1.841,5 milioni di euro, contro un utile di 172,1 milioni del 2010, a causa della svalutazione di avviamento e attivi intangibili per 2.190,9 milioni. Il risultato prima degli impairment evidenzia un utile di 349,4 milioni di euro (+97,1 sul 2010). Il consiglio di gestione ha proposto il pagamento di una cedola di 5 centesimi ad azione, per un monte dividendi di 45,1 milioni di euro.
Core tier 1
Ubi Banca ritiene prevedibile per quest'anno «un'evoluzione sia pur leggermente positiva della redditività dell'attività ordinaria a fattori economici costanti». L'istituto esclude «qualunque nuova operazione di aumento di capitale» per raggiungere l'obiettivo di un core tier 1 del 9% a giugno di quest'anno, secondo quanto prescritto dall'Eba, l'autorità bancaria europea. Eventuali fabbisogni di capitale per raggiungere il target «che dovessero ancora residuare in base a valutazioni da effettuarsi al 30 giugno 2012, saranno coperti con la parziale conversione del prestito obbligazionario convertibile in essere». Al 31 dicembre 2011 il core tier 1 di Ubi Banca ammonta all'8,56%, il Tier 1 ratio al 9,09% e il Total Capital ratio al 13,50%.
Piano industriale
L'istituto di credito ha confermato il piano industriale 2011-2013/2015. «È confermato nelle sue linee guida strategiche fondamentali e non si ritiene di procedere a un suo aggiornamento se non in presenza di una maggiore stabilizzazione del contesto operativo». È quanto si legge nel comunicato sui conti 2011 dell'istituto.
Per quanto riguarda il 2012, Ubi prevede un'ulteriore riduzione dei costi operativi «grazie alla prosecuzione delle azioni di contenimento che dovrebbero consentire di controbilanciare gli incrementi derivanti dagli automatismi contrattuali, dall'inflazione, dalla piena entrata a regime degli aumenti delle imposte indirette e dalle annunciate operazioni di semplificazione del gruppo». Quanto alla qualità del credito, le rettifiche dovrebbero confermarsi sul livello del 2011. Per l'intero esercizio è quindi «prevedibile un'evoluzione sia pur leggermente positiva della redditività dell'attività ordinaria».
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