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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2012 alle ore 08:13.

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Ligresti indagato per aggiotaggio. Nella foto il finanziere, Salvatore Ligresti (Olycom)Ligresti indagato per aggiotaggio. Nella foto il finanziere, Salvatore Ligresti (Olycom)

di Angelo Mincuzzi
La procura di Milano parte all'attacco della nebulosa di trust, fondazioni, anstalt, stiftung e società anonime domiciliate nei paradisi fiscali che controllano il 20% di Premafin. E iscrive nel registro degli indagati Salvatore Ligresti anche per il reato di aggiotaggio. L'accelerazione delle indagini arriva tre giorni dopo la richiesta di fallimento delle holding del finanziere di Paternò, Sinergia e Im.Co, inviata dal sostituto procuratore Luigi Orsi al tribunale fallimentare di Milano.

Le indagini, partite nel luglio scorso con l'iscrizione di Ligresti nel registro degli indagati per ostacolo alla vigilanza, si focalizzano ora sul loro punto di origine. Ieri infatti gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno sequestrato il pacchetto del 20% di Premafin controllato dai due trust domiciliati alle Bahamas, The Heritage Trust e Ever Green Security Trust, gestiti da Giancarlo De Filippo, anche lui indagato per aggiotaggio.

De Filippo, residente a Montecarlo, è il fiduciario estero della famiglia Ligresti ed è il sole trustee dei due trust che posseggono le azioni Premafin attraverso una rete di 22 società, in gran parte fondazioni (anstalt e stiftung, appunto) con sede in Liechtenstein, nei Caraibi e in Centro America. È da questo misterioso coacervo di società che ha avuto inizio l'indagine del pm Orsi, dopo che la Consob aveva segnatato alla procura di Milano l'ostacolo all'attività di vigilanza da parte di Ligresti. Il finanziere siciliano non aveva risposto alle richieste dell'organismo presieduto da Giuseppe Vegas di fare chiarezza sulla reale proprietà di quel pacchetto del 20% di Premafin. Una reticenza che ha fatto scattare il procedimento amministrativo e la segnanzione ai magistrati.

I fatti sono riassunti nella prima pagina della richiesta di fallimento di Sinergia e Im.Co. «La Consob – esordisce infatti Orsi – ha qui segnalato l'andamento anomalo delle quotazioni delle azioni emesse dalla Premafin...nel periodo tra il novembre 2009 e il settembre 2010».

La Commissione ha accertato che «in detto arco di tempo una serie di enti giuridici esteri (Darlis Anstalt, Ulero Anstalt, Alembert Associates S.A, Okanda Stiftung) hanno sistematicamente acquistato azioni Premafin in asta di chiusura in modo tale da determinare artificiosamente il prezzo del titolo, al rialzo». Ma perché Ligresti e De Filippo avrebbero manipolato l'andamento delle azioni? La risposta è poche righe più avanti. Le azioni Premafin garantivano una parte consistente dei debiti delle holding di Ligresti e «i rapporti di credito tra Sinergia-Im.Co e le banche finanziatrici – sottolinea ancora Orsi – prevedevano covenant in ragione dei quali la diminuzione del prezzo delle azioni Premafin avrebbe imposto il rimborso dei crediti o la dazione di ulteriori garanzie. Il decremento di prezzo dei titoli Premafin avrebbe peraltro costretto Sinergia e Im.Co a svalutare la partecipazione nei loro bilanci». A causa del sequestro, The Heritage Trust (che controlla il 12,15% di Premafin) e l'Ever Green Security Trust (che ha il 7,85%) non potranno votare all'assemblea dei soci di Premafin in calendario il 17 maggio in prima convocazione e il 21 maggio in seconda.

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