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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 16:22.

Il collocamento del BTp Italia 2 - in programma fino al 7 giugno - è partito in sordina. Nella prima giornata sono stati prenotati all'asta titoli per un controvalore di 218 milioni di euro. Niente a che vedere con la quota di 1,56 miliardi raggiunti nel primo giorno di collocamento del primo BTp Italia dello scorso marzo.
Come mai? Quella sorta di patriottismo finanziario che secondo molti esperti ha trascinato la domanda (con 7,29 miliardi collocati con una domanda di risparimiatori retail dell'80%) nella prima edizione di questo nuovo titolo ideato dal Tesoro (indicizzato all'inflazione itailana con scadenza quattro anni) si è già volatilizzato?
«La domanda che ha caratterizzato la prima emissione a marzo fu altissima e, forse, inattesa - spiega Angelo Drusiani di Banca Albertini Syz -. La seconda proposta del BTp Italia cade in una fase di estrema incertezza sul futuro della moneta unica, a causa dell'assenza quasi totale di una guida, ma, soprattutto, di una strategia di uscita dalle difficoltà che attraversano i Paesi meno virtuosi. Le riunioni del G7,G8,G20 non hanno portato ad alcuna conclusione e/o convergenza su decisioni in materia di moneta unica. È naturale che il sommarsi di situazioni incerte provochino ancor più incertezza tra i sottoscrittori. Ne consegue un raffreddamento della domanda, in una fase in cui i mercati finanziari attendono l'esito delle elezioni greche, anche se dai sondaggi il risultato parrebbe essere più favorevole alla permanenza del Paese nell'area dell'euro. I risparmiatori classici preferiscono forse attendere momenti meno complessi, prima di decidere come investire la propria liquidità».
Dello stesso parere Nicolò Nunziata di Jc&Associati:«In questo momento c'è una bassa propensione al rischio. Non è un buon momento per emettere».
Ma veniamo ai rendimenti, la cui analisi potrebbe giustificare anche i primi dato sul calo della domanda, per motivi tecnici. Sulla piattaforma Bloomberg in questo momento il primo BTp Italia (cedola 2,45%, prezzo di mercato sotto i 100 del valore di quotazione, a quota 96,57) prevede un rendimento lordo del 3,49% contro il tasso minimo cedolare del 3,55% offerto dal BTp Italia 2. A questi tassi bisogna poi aggiungere l'inflazione italiana che gli analisti di Intesa Sanpaolo stimano nel prossimo quinquennio al 2,25% (in calo rispetto al 3,2% dei primi mesi del 2012) proiettando quindi il rendimento finale del BTp Italia 2 (cedola reale + inflazione) al 5,89%. Mentre sulla piattaforma Bloomberg, che proietta l'inflazione attuale del 3,2%, il rendimento lordo finale dei due BTp Italia risulta sensibilmente più alto (oltre il 6,8%). In ogni caso poi bisogna sottrarre il 12,5% di ritenuta per ottenere il rendimento effettivo netto.
«Il rendimento dei due titoli sarà abbastanza simile - spiega Drusiani -. A favore della prima emissione giocano il prezzo di mercato, inferiore al valore nominale (100), e la possibilità di utilizzare, a scadenza, ma anche prima se la quotazione risalirà, il differenziale che maturerà tra l'attuale prezzo d'acquisto nel mercato e il valore di rimborso o di eventuale vendita anticipata, se la quotazione - come s'è anticipato - dovesse risalire. Indubbiamente, a chi ama incassare cedole di valore medio alto la nuova emissione offre la possibilità di godere di flussi d'interesse sensibilmente superiori (cedola BTp Italia 2 a 3,55% contro 2,45% della prima emissione). La scelta se comprare sul secondario il primo collocamento o sottoscrivere il secondo dipende quindi dalle singole esigenze: perdite su titoli da ammortizzare, o desiderio di riscuotere cedole più elevate».
Su entrambi va aggiunto il premio fedeltà dello 0,4%, che matura per chi detiene il BTp Itaila fino alla scadenza.
Tra i due litiganti spunta però un altro BTp. Che, a quanto pare, pare sia più conveniente, pur considerando l'effetto fedeltà che ingrassa il rendimento dei BTp Italia di un 0,1% annuo. «La cedola fissa del BTp Italia 2 (3,55%, ndr) prezza un'inflazione implicita più elevata di quella prezzata dai titoli legati all'inflazione già sul mercato. Di conseguenza le vecchie emissioni sono più convenienti in termini relativi - spiega Nunziata -. Indipendentemente da quanto il BTp Italia2 renderà in futuro, al momento conviene comprare il BTp Italia1 o ancora di più il BTp settembre 2016 che è un inflation linked».
Si tratta del BTp-i (indicizzato all'inflazione europea) quotato sul mercato secondario con scadenza 15 settembre 2016 (cedola 2,1%, prezzo di mercato 90,6). «Per avere condizioni analoghe, la cedola fissa del BTP Italia2 avrebbe dovuto essere più elevata: 3.6% per prezzare come il BTP Italia1 e circa 4,4% per prezzare come il settembre 2016 inflation linked. Il BTp scadenza settembre 2016 vince il confronto anche con il primo BTp Italia - perché prezza un'inflazione implicita dello 0,08%, contro l'1,13% del BTp Italia emesso in marzo».
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