Moody's ha tagliato di un notch il rating di sette banche tedesche e austriache, e delle rispettive controllate, a causa «dell'aumento del rischio per la qualità degli asset bancari legati all'area euro e della limitata capacità di assorbire ulteriori perdite». Una debolezza, quest'ultima, che potrebbe nuovamente intaccare in misura significativa il patrimonio degli istituti. Nello specifico, il provvedimento dell'agenzia ha riguardato la seconda banca tedesca Commerzbank (da A2 ad A3), Eurohypo (da A3 a Baa2), Dekabank Deutsche Girozentrale (da Aa3 ad A1), Dz Bank (da Aa3 ad A1), Landesbank Baden-Wuerttemberg (da A2 ad A3), Landesbank Hessen-Thueringen (da A1 ad A2), Norddeutsche Landesbank (da A2 ad A3) e UniCredit Bank of Austria (da A2 ad A3).

L'outlook di questi istituti, a eccezione di Unicredit, è ora stabile (a metà febbraio erano stati posti sotto outlook negativo) in virtù di punti forti, riconosciuti da Moody's, come il basso rischio di funding, la scarsa esposizione su sofferenze immobiliari e corporate e il buon stato di salute dell'economia tedesca. Moody's ha anche comunicato che l'analisi sul rating di Deutsche Bank prosegue e darà risultati definitivi in futuro.

«Le banche erano tutte sotto osservazione e dopo quelle italiane, spagnole, scandinave era naturale attendersi il downgrade di quelle tedesche ed austriache. La maggior parte sono banche con buz europeo - spiega Laura Tardino Market Strategist Bnp Paribas -. L'outlook per le banche downgradate è ora stabile e Moody's dichiara al momento che lo scenario di una Grexit non e' quello base per l'agenzia».

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