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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2012 alle ore 13:17.

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Nella notte tra il 14 e il 15 agosto del 1971 l'allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon annuncia l'inconvertibilità del dollaro in oro, da molti interpretata come una dichiarazione implicita di bancarotta. Un evento che ha cambiato il destino dei mercati finanziari. Spostiamoci adesso al 1992. L'economista ungherese George Soros manda da solo in tilt la sterlina vendendo allo scoperto più di 10 miliardi di dollari in valuta inglese. Un altro evento traumatico che costringe la Banca di Inghilterra a svalutare la sterlina e a farla uscire dallo Sme (Sistema monetario europeo). Anche in questo caso siamo in estate: 16 settembre.

Se poi, scorrendo il calendario della finanza, ci avviciniamo ai giorni nostri, i ricordi piombano inesorabili su quel 15 settembre del 2008, quando Lehman Brothers decide di avvalersi del Capitolo 11 annunciando il più grande fallimento della storia della finanza con un buco da 640 miliardi di dollari (il doppio del Pil della Grecia per intenderci).

Il ko di Lehman Brothers è figlio della crisi dei derivati sui mutui subprime, scoppiata anche questa quando le temperature occidentali tendono a scaldarsi: a luglio 2007. E la crisi della Grecia? Si è acuita nell'estate del 2010 quando i mercati hanno fiutato che il primo salvataggio (maggio 2010) forse non sarebbe stato la panacea dei mali di Atene e dell'intera Eurozona. Così nell'estate di due anni fa gli investitori hanno iniziato a rifugiarsi nel Bund tedesco, vendendo azioni. Una notizia che ha impattato anche sul mercato dei mutui dato che gli indici Eurirs (agganciati al Bund) sono caduti ai minimi storici sotto il 3% favorendo offerte sul mercato a tasso fisso difficilmente ripetibili.

Siamo all'estate 2011. Gli spread tra i titoli di Stato dei Paesi periferici e il Bund tedesco si impennano in una spirale che porta a successivi stravolgimenti politici nell'Eurozona con l'innesto di due governi tecnici in Italia e Grecia.

La sfilza di episodi endogeni ed esogeni che hanno impattato nel mondo della finanza in estate potrebbe continuare. Ma è sufficiente sintetizzarla con l'analisi del Vix, l'indice che misura la volatilità dei mercati finanziari. Negli ultimi 20 anni questo indice si è impennato o ha avviato un trend rialzista proprio nei mesi estivi.

Come mai? E a questo punto, quando un'altra estate è alle porte, cosa dobbiamo aspettarci? Altri stravolgimenti al rientro delle vacanze oppure uno scenario più piatto che, di questi tempi, vuol dire più roseo? Oppure, meglio ancora, uno scenario rialzista, come quello registrato nell'estate del 2009, l'unica in tono rialzista dell'ultimo lustro?

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