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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2012 alle ore 11:24.

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Nella foto la suite "Grace Kelly" del Carlton Hotel di Cannes dove ha alloggiato il presidente Usa Barack Obama durante il G20 del 3-4 novembre 2011 (Afp)Nella foto la suite "Grace Kelly" del Carlton Hotel di Cannes dove ha alloggiato il presidente Usa Barack Obama durante il G20 del 3-4 novembre 2011 (Afp)

Il 17 giugno di un anno fa l'agenzia di rating Moody's lanciava l'allarme sul debito italiano, a quei tempi ancor nel club delle "A". Il vertice europeo di una settimana dopo, 23-24 giugno, formalizzava la nomina di Mario Draghi alla guida della Bce. A parte questa nomina, peraltro ampiamente preannunciata, quel vertice è caduto nel dimenticatoio. Non si ricordano misure imponenti per arginare la crisi dei debiti dell'Eurozona che proprio lo scorso anno dilagava causando il progressivo deterioramento degli spread sul mercato obbligazionario.

E il vertice di giugno 2010? I 27 Paesi dell'Ue proponevano l'idea di una tassa mondiale sulle transazioni finanziarie da affrontare nel successivo G20 di Toronto in Canada. Peccato che della Tobin Tax si parla ormai dal 1972, da quando il premio Nobel dell'Economia l'ha messa a punto e che, per ora, è stata adottata solo per qualche anno, con esito fallimentare, dalla Svezia. A Toronto, qualche mese dopo, si è continuato a parlare di Tobin Tax e di crisi. Soluzioni concrete? Nessuno le ricorda. Ma solo continui ping pong a futuri vertici.

Adesso, quando siamo alla vigilia del prossimo vertice europeo (28-29 giugno a Bruxelles) le aspettative sono altissime. Perfino dal Giappone questa mattina sono arrivati segnali di apprensione («l'Europa deve agire con forza, il vertice sarà una pietra miliare», ha detto questa mattina il ministro delle Finanze nipponico Ju Azumi).

L'augurio è che, almeno questa volta, le statistiche vengano ribaltate. È stato calcolato, infatti, che gli ultimi 24 vertici internazionali si sono conclusi con un sostanziale nulla di fatto. Insomma: durante questi incontri, con mille teste da mettere d'accordo, l'idea di decidere qualcosa di concreto sembra la cosa più difficile e impensabile. Nella migliore delle ipotesi si è assistito sino ad ora a un rinvio delle decisioni da prendere al prossimo summit di turno. Nella peggiore, c'è il rischio che l'incontro si concluda a "tarallucci e vino".

Tarallucci e vino che, però, costano carissimo. Secondo il tabloid britannico The Sun alla Francia organizzare l'ultimo incontro del G20 a Cannes del 3-4 novembre 2011 è costato circa 1 miliardo di sterline (1,24 miliardi di euro al cambio attuale).

Pare che i leader politici non abbiano badato a spese. La suite a cinque stelle dell'Hotel Majestic scelta da Nicolas Sarkozy sarebbe costata circa 40mila euro a notte, poco più delle 30mila sterline (37.400 euro circa) della "Grace Kelly" suite optata dal presidente Barack Obama al Carlton Hotel. Silvio Berlusconi si sarebbe accontentato di una stanza da 25.000 sterline (oltre 31mila euro a notte). Quanto all'austera Angela Merkel avrebbe opato per una camera tra 10 e 30mila sterline, molto più di David Cameron che - secondo quanto indica The Sun - avrebbe fatto economia dormendo in una stanza da 1.680 sterline a notte.

Nel complesso, solo per gli alloggi i leader del G20 avrebbero "bruciato" 1 milione di euro. Ma questa è solo una parte residuale dei costi complessivi dell'organizzazione dell'evento.

Dove mettiamo le spese per i 12mila poliziotti supplementari ed esperti di sicurezza reclutati per l'occasione? E dei droni (aerei senza pilota) che sorvolavano Cannes per assicurare protezione all'evento anche dall'alto?

Il costo delle auto, delle attrezzature e della distribuzione dei tiratori scelti è stimato in 50 milioni di sterline, a cui aggiungere altri 25 milioni per il pattugliamento della baia di Cannes. Senza contare, per tornare all'interno delle stanze dei leader, banchetti, cene, pranzi, buffet e regali. Ecco perché, di questa china, l'organizzazione di un evento tra big della politica può addirittura superare il miliardo di euro. Ed ecco perché spaventa la proporzione degli ultimi 24 vertici conclusi senza decisioni significative, in grado di rimettere l'Europa e gli equilibri mondiali sulla retta via. Col senno del poi, e con qualche teleconferenza in più, si sarebbero risparmiati svariati miliardi, che avrebbero certo fatto comodo ai Paesi oggi più in difficoltà.

E il prossimo vertice Ue di Bruxelles in programma il 28 e 29 giugno quanto costerà? I leader che si bacchettano a vicenda invitando i rispettivi governi a varare rigide manovre di austerity (con pesanti ricadute su cittadini e sulla qualità dello stato sociale e delle singole sovranità) faranno economia questa volta? E, soprattutto, decideranno una volta per tutte qualcosa di concreto per uscire da questa crisi?

Se lo augurano tutti ma la sensazione di un ennesimo nulla di fatto (si consideri la fredda reazione di oggi dei mercati finanziari alla bozza sulle decisioni del vertice che circola da qualche ora) già aleggia nelle suite a cinque stelle che ospiteranno i vari Merkel, Monti e Hollande.

www.twitter.com/vitolops

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