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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2012 alle ore 08:15.
Anche vendendo altri pacchetti di Montepaschi?
La Fondazione ha un 2,8% di Mps libero da pegni e vendibile, secondo le deliberazioni già prese. Ma con gli attuali corsi di Borsa non conviene. Basti dire che nei mesi scorsi abbiamo venduto a una media di 0,36 euro. Aspetteremo tempi migliori.
Come giudica il piano industriale di Banca Mps?
In modo positivo. Con amministratori e management abbiamo un rapporto di fiducioso rispetto, una continua collaborazione, e mi pare che il piano abbia recepito le linee strategiche indicate dalla Fondazione in assemblea. Mi riferisco soprattutto all'obiettivo di una notevole riduzione dei costi.
È un punto che i sindacati contestano: i tagli - dicono - dovrebbero partire dall'alto...
La Fondazione ha chiesto sacrifici alla banca, ma a sua volta non si tira indietro: abbiamo tagliato mediamente del 40% i compensi ai nostri amministratori. Dal 2010 i costi annuali della struttura sono passati da 5,7 a 4 milioni. E i dipendenti da 39 a 33. Ho fiducia nel piano industriale di Mps, che invito a proseguire coinvolgendo sempre più i dipendenti, in particolare il nucleo storico dei montepaschini e le organizzazioni sindacali, nel rispetto dei ruoli.
La debolezza attuale della politica senese (Comune commissariato e Provincia sub judice della spending review nazionale) può favorire la riscrittura della governance della Fondazione?
Preferirei istituzioni non azzoppate.
Cosa si aspetta da una riscrittura dello statuto?
Oggi Comune di Siena e Provincia designano 13 componenti su 16 della deputazione generale e la nomina avviene a seguito di precisi documenti d'indirizzo approvati dalle rispettive assemblee. È logico che ciò influenzi in maniera determinante le scelte della Fondazione: se vogliamo che abbia più autonomia, la "presa" deve allentarsi. Ma senza indulgere all'antipolitica, perché la sintonia con le istituzioni locali è essenziale.
Va corretto quello che il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, ha chiamato "vizio genetico", cioè il controllo degli Enti locali sulla Fondazione?
Appunto.
Tempi?
Entro fine 2012-inizio 2013. Abbiamo aperto il confronto al nostro interno: adesso coinvolgeremo i cittadini e le istituzioni. Poi sarà la deputazione generale a fare una sintesi prendendo le decisioni in piena autonomia. Se ci sarà la volontà, la nuova governance andrà decisa prima della fine di aprile, quando scatterà l'iter per il rinnovo degli organi della Fondazione.
Per la verità c'è chi vorrebbe che lei si dimettesse subito, essendo l'ultimo della "vecchia guardia" ancora in sella...
Non ci penso proprio. Come ho detto, non credo ci siano responsabilità personali in quello che è accaduto. Lascerò alla scadenza naturale, con la Fondazione possibilmente messa in sicurezza e, spero, con il nuovo statuto. A quel punto, considererò chiusa questa esperienza.
Cosa andrà a fare?
Mi riposerò. E alla politica non ho nulla da chiedere.
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