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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2012 alle ore 22:57.
NEW YORK – La chiusura di Wall Street, debole e poco distante dalla parità, ben fotografa una giornata senza troppi sussulti: l'unica emozione, se così la si può definire, è stato il cambio di rotta nel finale, con i listini che hanno virato in rosso dopo una giornata in positivo, salvo poi recuperare qualcosa con le operazioni di compensazione.
Il Dow Jones ha dunque finito in rialzo dello 0,2% a 13.172,22 punti, il Nasdaq ha ceduto lo 0,18% a 3.016,98 punti e lo S&P ha lasciato sul campo lo 0,1% a 1.403,93. Il maggiore ottimismo ha inciso sul calo dei titoli di stato americani, con i rendimenti decennali (1,73%) e trentennali (2,83%), che sono tornati a scendere dopo i rialzi di ieri.
Nell'apatia generale, alcuni titoli si sono messi in evidenza, nel bene e nel male. A passo veloce il settore retail, con Home Depot (+3,58%), Michael Kors (+16,48%) e il colosso dei cosmetici Estée Lauder (+9,31%) in rally dopo le trimestrali positive, mentre è affondato il comparto Internet, con siti e social network affossati da Groupon (-27,02% a 5,51 dollari per azione), che ha toccato nell'intraday il minimo (5,46 dollari per azione) dalla quotazione di novembre sulla scia della delusione per il rallentamento della crescita del fatturato, nonostante. A pagarne lo scotto sono stati soprattutto Facebook (-5,65%), Yelp (-6,62%), Angie's List (-15,95%) e LinkedIn (-2,72%).
Ad allentare la tensione dei mercati sono state le notizie dal fronte macroeconomico europeo (il Pil tedesco è cresciuto più delle stime) e americano, dove il primo rialzo da febbraio delle vendite al dettaglio (+0,8% a 403,9 miliardi di dollari, meglio del +0,2% atteso dagli analisti) ha contribuito ad allontanare, almeno per il momento, i timori di una nuova recessione. Sotto controllo l'inflazione, anche se i prezzi alla produzione sono saliti per il secondo mese di fila (+0,3% in luglio, +0,5% rispetto all'anno scorso), con la componente "core" in rialzo del 2,5% su base annuale, poco più della soglia considerata ottimale dalla Federal Reserve.
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