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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2012 alle ore 12:13.

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di Enrico Marro
Definita nei minimi dettagli la portata degli interventi della Bce, ora la palla passa nel campo della politica. Che dovrà chiarire quali sono le condizioni per gli Stati che chiederanno l'intervento dei fondi salva-Stati e di Francoforte (presto la Spagna, ma in futuro forse anche l'Italia che secondo il Financial Times lancerà il suo Sos entro quest'anno). Non a caso il premier spagnolo Mariano Rajoy prima di fare il grande passo formale per ottenere aiuto (cioè avviare una formale procedura presso l'Eurogruppo, richiedere lo scudo dell'Efsf/Esm e firmare il memorandum of understanding) aspetta di sapere quali sono i dettagli, quelli dove tradizionalmente e inevitabilmente si nasconde il diavolo. I nodi ancora da sciogliere sono ancora principalmente due: appunto il memorandum of understanding e il verdetto della Corte costituzionale tedesca, il 12 settembre, da cui potrebbero arrivare nuove insidie.

1. I vincoli del memorandum of understanding
Per ottenere l'aiuto dei fondi salva-Stati e della Bce è necessario che uno Stato firmi il memorandum of understanding, Che cos'è? Un protocollo d'intesa di cui si sa che sarà più leggero rispetto al programma di salvataggio di Grecia, Irlanda e Portogallo. Il memorandum prevederebbe infatti la conferma degli impegni ex-ante già presi dal Paese "scudato" senza l'aggiunta di condizionalità ex-post.

Ma sarà davvero così? A decidere sui dettagli del memorandum of understanding sarà l'Eurogruppo (cioè i ministri delle Finanze dell'Unione), ma tutto lascia presupporre che i vincoli destinati a controbilanciare il bazooka antispread della Bce (gli acquisti illimitati) saranno stringenti. Anzi, come ha detto esplicitamente Draghi ieri, saranno vincoli «stringenti ed efficaci». Qui è probabile che la Germania torni a fare la voce grossa, falchi in testa. Il trattato che istitutisce l'Esm è ambiguo al riguardo, poiché prevede tra le condizioni per l'aiuto (articolo 12) da una parte «il rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite», ma dall'altra «una programma di correzioni macroeconomiche», cioè qualcosa potenzialmente simile a quanto imposto a Grecia, Irlanda e Portogallo. E gli Stati aiutati non sfuggiranno a una ferrea vigilanza da parte di Commissione europea, Bce e Fmi. Un menu insomma che è tutto all'infuori dell'«autocertificazione soft» degli impegni già presi in cui spera il premier spagnolo.

2. La Corte costituzionale tedesca: «sì» o «sì però»?
Dopo le recenti dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble («sono sicuro – ha dichiarato all'Europarlamento – che la Corte Costituzionale non bloccherà i trattati sul fiscal compact e sull'Esm») quasi nessuno si aspetta una bocciatura. Attenzione però, perché i giudici tedeschi potrebbero dare il via libera al fondo salva-Stati con nuove condizionalità, magari rallentandone ancora l'operatività e ponendo ulteriori ostacoli alla libertà d'azione nel proseguire sulla strada dell'integrazione europea.

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