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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2012 alle ore 13:03.
Il bazooka di Draghi ha colpito. I rendimenti dei titoli di Stato, con scadenze da 1 a 3 anni (quelli per cui la Bce ha promesso acquisiti illimitati), sono precipitati in estate. I BoT a 12 mesi sono passati dal 3,67% del 25 luglio al 2,09% mentre i BTp a 3 anni dal 5,51% al 2,95%. Contagiando positivamente anche le scadenze più lunghe con lo spread BTp-Bund a 10 anni piombato in poche sedute di 100 punti base, da 450 a 350. In attesa di vedere se i rendimenti dei bond governativi continueranno a scendere (caso in cui i mercati probabilmente andranno a scontare il fatto che l'Italia prima o poi farà esplicito ricorso agli aiuti) la fotografia attuale dei rendimenti indica che, per risparmiatori/investitori qualcosa è cambiato.
La discesa dei rendimenti (e il conseguente rialzo dei prezzi) dei titoli di Stato si sta rivelando un eccezionale affare per coloro che hanno dato fiducia alla tenuta dell'Italia nel momento più difficile (quando appunto gli spread erano altissimi e i rendimenti viaggiavano oltre il 7%, tanto nelle brevi quanto nelle lunghe scadenze).
Ma, allo stesso tempo, per chi è orientato adesso a investire la liquidità, la discesa dei rendimenti governativi sta riposizionando i conti di deposito in vantaggio nella infinita sfida con i BoT. Vuoi per gli alti costi di raccolta nel mercato interbancario che per strategie commerciali, sono molti gli istituti di credito che oggi offrono tassi netti superiori a quelli dei titoli di Stato su brevi durate.
In questo approfondimento abbiamo raccolto le ultime offerte in campo. Partiamo dal BoT a 12 mesi e da quel 2,09% battuto oggi sul mercato secondario. Per passare al rendimento netto dobbiamo decurtare una ritenuta del 12,5%: otteniamo quindi l'1,82% netto (tralasciando eventuali commissionari bancarie di negoziazione). Questa soglia è ampiamente superata da alcuni conti di deposito, nonostante in questo caso la ritenuta applicata sia del 20%, in particolare se si vincola il capitale. SI conto! di Banca Sistema remunera su vincoli a 12 mesi il 3,68% netto, come Iwbank. Ibl e Banca delle Marche si posizionano su un tasso a 12 mesi del 3,6% netto. Conto Rendimax vincolato arriva al 3,48% su somme congelate per 365 giorni.
Chebanca! in questo momento paga fino al 2,88% su investimenti da 100 euro in su a un anno, in linea con il 2,8% di Fineco, DolomitiDirekt.it di Sparkasse e Banca Generali In questo caso (conto Bg Champion di Banca Generali) però è previsto un investimento minimo di 15.000 euro (rispetto ai 5mila euro di Fineco). Tra le promozioni DolomitiDirekt.it di Sparkasse offre per 6 mesi il 3,21% netto.
Quella dell'investimento minimo è un'altra importante soglia da analizzare nel confronto fra conti di deposito, oltre alla competizione sui tassi di remunerazione. Un altro punto nevralgico è l'eventuale possibilità di svincolo anticipato in caso di necessità. Nella maggior parte dei casi si può, accettando che la remunerazione scenda al tasso base. In altri (SI Conto! e Rendimax vincolato) non si ha disponibilità della liquidità fino alla scadenza del periodo scelto.
Le offerte delle banche tradizionali
Oltre alle banche online e a quelle statisticamente più aggressive sui conti di deposito, in campo ci sono anche banche tradizionali, storicamente invece defilate nella remunerazione delle giacenze. Banca Mps paga interessi dall'1,76% al 4% netto per vincoli temporali da 3 a 60 mesi. Credem offre il 3,2% netto per vincoli a 4 mesi, UniCredit il 2% a 12 mesi e il 2,6% a 24 mesi, Bpm va dall'1,4 al 2,2% (da 4 a 12 mesi).
Occhio al bollo
Bisogna fare attenzione al bollo sui conti di deposito. Da quest'anno i conti di deposito sono equiparati ai prodotti finanziari. Pertanto è previsto il pagamento di un bollo dello 0,1% (con minimo di 34,2 euro e massimo 1.200 euro sulle somme in giacenza. Dal 2013 il prelievo sale allo 0,15%, senza limiti.
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