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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 12:49.

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Archiviato il bazooka di Draghi (salvo clamorosi colpi di scena anche la Corte costituzionale tedesca dovrebbe dare il nulla osta al pacchetto fondo salva-Stati/scudo anti-spread) gli investitori si concentrano ora sugli Stati Uniti. Il punto interrogativo che aleggia nelle stanze di Wall Street è: il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke azionerà giovedì, al termine della riunione di due giorni del Fomc, il grilletto del quantitative easing 3? Ovvero: gli Stati Uniti stamperanno altra moneta (dopo le due precedenti operazioni di iniezioni di liquidità del 2009 e del 2010) per dare ossigeno a un'economia che, stando ai dati sul lavoro, non è ancora del tutto uscita dalla crisi del 2007?

Con il buon rimbalzo avviato ad agosto i mercati si aspettano di sì. «Dai minimi di fine maggio i mercati hanno avuto un'ottima performance, Usa +12%, Milano +26%, Francoforte +19%. Tale crescita è dovuta - spiega Federico Mobili, responsabile equity di Bnp Paribas investment partners - alle attese di un'espansione monetaria da parte della Fed e dall'intervento della Bce per stabilizzare la crisi dei debiti sovrani nell'Eurozona».

L'intervento della Bce c'è stato. Adesso manca all'appello delle aspettative dei mercati la manovra della Fed. Cosa succederà se, invece, Bernanke si limiterà come ha fatto nelle recenti uscite a indicare che i tassi di interesse «rimarranno eccezionalmente bassi» senza pompare altra liquidità? « In caso di delusione - continua Mobili - i mercati potrebbero correggere del 3%- 5%».

Dello stesso avviso, Nicolò Nunziata, strategist di Jc&Associati: «Ad oggi il mercato sconta il qe3, che tra le elezioni presidenziali, il prossimo raggiungimento del tetto sul debito e il rischio di un rialzo dei prezzi al consumo, benzina, materie prime agricole, non è a nostro avviso affatto da dare per certo. In caso non dovesse essere annunciato, sarebbe probabile un generalizzato rimbalzo del dollaro e una discesa degli indici azionari e delle materie prime di almeno 4/5 punti percentuali».

Per Vincenzo Longo, markets strategist di Ig markets «la "promessa" di tassi eccezionalmente bassi potrebbe deludere un po' gli operatori, che si aspettano un'immissione di liquidità immediata e diretta sul mercato. Ciò potrebbe dare seguito a una correzione -. Guardando al principale indice Usa (S&P500), la correzione potrebbe essere dal 3-4% dai recenti massimi. Verosimilmente una buona area di supporto si colloca a 1.395-1.380 punti. Sul Dax invece la correzione potrebbe oscillare dal 3,6-5%, con buoni livelli di ingresso posizionati rispettivamente a 7.000 e a 6.880 punti».

Ottimismo sui mercati per sei mesi
«Il rally rimane comunque rialzista - spiega Longo - anche se dopo il balzo dell'ultima settimana è necessaria una correzione per permettere l'ingresso ai nuovi operatori che sono rimasti fuori dal rally ad agosto. Il mercato azionario è in forte sottopesato e ci sono massicce quantità di liquidità che aspettano di essere riversate su tale comparto».

A parer di Lars Schickentanz, responsabile investimenti fondi comuni di Anima sgr «c'è ancora spazio per i mercati azionari nei prossimi sei mesi per una serie di ragioni. Innanzitutto perché, dopo gli ultimi vertici internazionali e le decisioni assunte il 6 settembre da parte della Bce, il rischio di disgregazione a breve dell'Eurozona non sussiste, salvo nel caso di una decisione negativa domani, da parte della Corte Costituzionale tedesca sulla sorte dell'Esm; in secondo luogo, le banche centrali in generale continuano ad immettere liquidità e pensiamo che la Federal Reserve americana possa intervenire con la terza manovra di quantitative easing (qe3) in quanto la Fed, su iniziativa del suo Presidente Bernanke, dal focus sull'inflazione sta passando a quello sull'occupazione. Ancora si prevede, a livello globale, un recupero delle attività industriali nella prima metà del 2013. Inoltre, va considerato che fra qualche mese i mercati non risentiranno più dell'incertezza legata all'esito delle elezioni americane. In ogni caso, se giovedì Bernanke tradisse le attese confermando solo tassi eccezionalmente bassi, ci aspettiamo che i mercati reagiscano con una correzione ma soltanto di qualche punto percentuale».

twitter.com/vitolops

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