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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2012 alle ore 16:00.

Consiglio comunale nel caos a Bologna, dove si vota la fusione tra le due multiutility Hera e Acegas-Aps (di Padova e Trieste) che ha spaccato per la prima volta la maggioranza del centrosinistra: Pd da una parte, favorevole alla fusione, e Sel insieme a Idv dall'altra, contrari. I comitati "Acqua bene pubblico" hanno fatto irruzione con striscioni e cartelli nell'Aula del Consiglio gridano il loro "no" ad una fusione che – avvertono – esproprierà gli enti locali della loro autorità e del controllo del servizio di erogazione idrica.
La tensione è salita alle stelle, mentre il capogruppo del Pd contava i suoi consiglieri per assicurarsi che ci fossero tutti e cercava di convincere, insieme al collega Francesco Critelli, i manifestanti ad abbassare gli striscioni. La presidente dell'assemblea Simona Lembi è stata costretta ad interrompere la seduta a causa delle proteste di circa una cinquantina di cittadini e per ben due volte: in tutto 50 minuti di sospensione. Ha poi convocato la riunione dei capigruppo consiliari per discutere del da farsi prima di far riprendere i lavori. In tutto i consiglieri comunali a Bologna sono 36: 17 del Pd e 19 di Sel, Idv e dell'opposizione (Lega Nord, Pdl e Movimento 5 Stelle, contrari alla fusione). Dalla parte dei democratici, però, il civico Stefano Aldrovandi che da ex amministratore delegato di Hera crede fermamente, pur facendo parte della minoranza consiliare, nella fusione. Con il suo voto e quello del sindaco Virginio Merola, il Pd riuscirà a far passare la delibera per un soffio: 19 voti a 18. La presenza di tutti i democratici quindi è fondamentale.
Ma c'è un'incognita all'orizzonte. Il Pdl per voce di Daniele Carella, insieme al Movimento 5 Stelle, coordinato dal capogruppo Massimo Bugani, e al leghista Manes Bernardini hanno ricordato nei loro interventi che l'articolo 78 del Tuel (Testo unico degli Enti locali) prescrive che «gli amministratori di cui all'art. 77 (fra cui i consiglieri comunali) devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado».
Se il consigliere Aldrovandi, come ex ad di Hera, ha quindi ancora azioni della multiutility o le ha cedute a qualche suo familiare, la delibera, come ha confermato anche la presidente del consiglio comunale Lembi «potrebbe essere impugnata» anche dopo la fusione di Hera con Acegas-Ps.
Il cda di Hera è stato convocato per procedere con la fusione per lunedì prossimo. Il tempo quindi stringe, mentre a Palazzo D'Accursio continuano le dichiarazioni di voto. Come previsto, Aldrovandi ha appena votato per la fusione, favorevole anche il Pd, mentre Sel, il M5S e La Lega Nord contro.
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