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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2012 alle ore 10:32.

L'agenzia di rating Moody's ha assegnato il rating tripla A all'European Stability Mechanism (Esm), il fondo salva stati nato ufficialmente oggi con la prima riunione dei governatori in Lussemburgo e che sostituirà l'Efsf. L'outlook è negativo. Il rating dell'Esm riflette la «forte liquidità» e il suo status di creditore privilegiato inferiore solo a quello del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). L'outlook negativo, invece, riflette «gli outlook negativi di tutti i paesi membri con il rating Aaa», ad eccezione della Finlandia, l'unico con rating di tripla A a outlook stabile. Un'altra agenzia di rating, Fitch, ha ugualmente assegnato rating tripla A al debito dell'Esm (con outlook stabile, però), che viene considerato un istituto di credito multilaterale, volto a fornire assistenza finanziaria di emergenza ai paesi dell'area euro in difficoltà.
La dotazione finale del fondo salva-Stati sarà di 500 miliardi di euro. Da oggi sarà operativo, anche se i primi 32 miliardi di euro arriveranno a fine ottobre e avranno una capacità di fuoco di 200 miliardi di euro. Questa disponibilità sarà destinata integralmente a interventi di sostegno aggiuntivi (Grecia e Spagna potrebbero essere i primi due Stati che potranno usufruirne) oltre ai 192 miliardi già impegnati e in via di erogazione dall'Efsf (il vecchio fondo salva-Stati che verrà rimpiazzato dall'Esm), a Grecia, Irlanda e Portogallo.
Altri 32 miliardi arriveranno nel 2013 e gli ultimi 16 miliardi nel 2014, quando il fondo avrà una capacità di fuoco complessiva (considerate le quote di partecipazione dei singoli Paesi) di 500 miliardi di euro.
Le quote di partecipazione al fondo
Il Meccanismo europeo di stabilità sarà gestito dal Consiglio dei governatori formato dai ministri finanziari dell'area euro, da un Consiglio di amministrazione (nominato dal Consiglio dei governatori) e da un direttore generale, con diritto di voto, nonché dal commissario Ue agli Affari economico-monetari Olli Rehn e dal presidente della Bce, Mario Draghi, nel ruolo di osservatori. Le quote di partecipazione più alte saranno versate da Germania (con una percentuale di contributo pari al 27% circa), Francia (20,3%), Italia (quasi 18%) e Spagna (quasi 12%).
Merkel in Grecia: si temono scontri
Intanto nelle prossime 24 ore è attesa ad Atene la cancelliera Angela Merkel e non sono escluse manifestazioni di protesta, mentre il governo ellenico fa sapere che ha fondi a sufficienza per tirare avanti solo fino alla fine di novembre. Tuttavia né l'Eurogruppo, né il vertice dei capi di stato e di governo del 18-19 ottobre a Bruxelles decideranno niente sugli aiuti ad Atene e cioé non si pronunceranno né su un prolungamento delle scadenze sui rimborsi, né su una rinuncia da parte della Bce ai tassi di interesse sui suoi crediti.
La Spagna chiederà gli aiuti?
Anche la Spagna appare sempre più in bilico, riceverà dall'Esm i soldi per la ricapitalizzazione delle banche ma non sarà un finanziamento diretto. Se le banche avranno quindi nuovo ossigeno c'è incertezza sugli aiuti al debito pubblico spagnolo. L'Esm può infatti anche intervenire sul mercato primario dei titoli di Stato (per congelare lo spread). Stesso obiettivo per lo scudo anti-spread ideato da Draghi (pronto ad acquistare titoli da 1 a 3 anni sul mercato secondario per quantità potenzialmente illimitate). In entrambi i casi è però necessario che il Paese in questione faccia espressa richiesta di aiuto, ponendosi difatti sotto il controllo dell'Unione europea. Ed è per questo motivo che il premier spagnolo Mariano Rajoy non ha ancora avanzato una richiesta formale di aiuti nella speranza nel frattempo i conti pubblici migliorino. Ma i mercati, e lo spread (differenziale Bonos/Bund viaggia oltre 420 punti), potrebbero tornare a fare pressing.
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