SHANGHAI - Le preoccupazioni sugli utili societari, sul futuro della congiuntura globale e sulle relazioni politico-diplomatiche tra Cina e Giappone, spingono al ribasso quasi tutte le Borse asiatiche.
Oggi per i listini del Continente è stata un'altra giornata negativa, pesantemente condizionata dalla nuova ondata di pessimismo che negli ultimi giorni ha investito i mercati globali.

In questo quadro, a farne maggiormente le spese è stata la Borsa del Far East più direttamente esposta a tutti i nuovi fattori di rischio emersi sui mercati: Tokyo.
Oltre alla disputa diplomatica con Pechino legata alla sovranità sulle isole Senkaku-Diaoyu, per la quale all'orizzonte non si profila ancora una soluzione, oggi il listino giapponese è stato trainato al ribasso dalla pessima vena del settore automobilistico che ha dovuto scontare due brutte notizie simultaneamente: il calo (-1,8%) delle vendite di autoveicoli in Cina, e il richiamo di oltre 7 milioni di vetture da parte di Toyota per ragioni tecniche.

Così, al termine di una seduta dominata dalle vendite, l'indice Nikkei ha perso il 2% scendendo a 8.596 punti, il livello più basso degli ultimi due mesi.
Il malessere della Borsa nipponica ha contagiato anche Seul, dove l'indice Kospi ha lasciato sul terreno l'l,6 per cento.

L'unico mercato a salvarsi dalla debacle generale è stato quello di Shanghai che ha archiviato la seduta con un progresso dello 0,2 per cento.

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