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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2012 alle ore 07:57.

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Ottime notizie dal fronte immobiliare americano (il numero di nuovi cantieri è balzato del 15%, al massimo in quattro anni), cattive indicazioni dal versante tecnologico (Ibm e Intel – rispettivamente in calo del 4,97 e del 2,51% alla chiusura – hanno finito il terzo trimestre con conti deludenti).

Si spiega così la seduta altalenante di Wall Street, dove i listini hanno terminato in positivo dopo le oscillazioni attorno alla parità della giornata: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,04% a 13.557 punti, il Nasdaq è salito dello 0,10% a 3.104,12 e lo S&P ha acquistato lo 0,41% a 1.460,91.
«Qualora ci fossero dubbi sulla ripresa del mercato immobiliare dopo il terribile declino del 2008, ora dovrebbero essere dissipati», ha detto Dan Greeenhaus, analista di Btig, commentando il fatto che in settembre sono stati avviati 872.000 cantieri, oltre 100.000 in più delle previsioni, e che i permessi per costruzioni, termometro del futuro andamento del settore, sono cresciuti dell'11,6 per cento.

Sul fronte bancario, da segnalare la performance deludente di Bank of America (-0,26%), che ha chiuso il terzo trimestre con un ribasso dell'utile del 95% a 340 milioni di dollari, a causa di oneri collegati al patteggiamento della causa collettiva per l'acquisto di Merrill Lynch, nel 2008. Meglio sono andate le concorrenti, che ancora traggono vantaggio dalle buone trimestrali diffuse nei giorni scorsi: Goldman Sachs è cresciuta dell'1,24%, Wells Fargo del 2,21%, Citigroup del 3,11% e Jp Morgan Chase dell'1,13 per cento.

Tuttavia, ad alimentare l'incertezza degli intermediari sono le continue preoccupazioni sul futuro della Spagna: ieri dopo la chiusura l'agenzia di rating Moody's ha lasciato il rating invariato a "Baa3", un gradino al di sopra del livello "junk", spazzatura, ma continua a mancare la richiesta formale di aiuti da parte di Madrid che i mercati attendono. La tensione si è fatta sentire in particolare sui mercati non azionari, con l'euro che è salito al massimo dal 17 settembre, toccando gli 1,3121 dollari. Il petrolio ha terminato in rialzo di 3 centesimi a 92,12 dollari al barile, dopo i dati sulle scorte di energia in rialzo quelle di greggio e benzina, in calo i distillati), mentre l'oro ha finito in rialzo dello 0,4% a 1.753 dollari l'oncia. In calo infine i titoli di stato, con i rendimenti decennali saliti all'1,81% e i trentennali in ribasso al 2,98 per cento.

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