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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2012 alle ore 14:18.
Siamo entrati in una bolla del debito. É uno schema Ponzi mondiale?
«É chiaro - proegue Roghi - che i rendimenti offerti dal debito americano, che come si vede dal grafico è maggiore di tutti i debiti europei messi insieme, non hanno alcun senso. É una bolla creata dalla Fed e dalla paura di molti investitori che si stanno intrappolando nel meccanismo della financial repression: se paragoniamo il bilancio americano e quello italiano (il debito federale + quello locale + le decotte fannie e fraddy mac del caso superano di gran lunga il nostro 125%; ed il deficit accumulato negli ultimi 5 anni non è paragonabile, si parla di un 18/20% contro un 40/50% almeno) ed i rendimenti a 3, 5 e 10 anni (Italia 2,8%-3,8% e 5% ed Usa 0,3%-0,6% e 1,6%) non credo che il solo fatto di stampare moneta possa produrre una tale disparità in termini di rendimento: non è il mercato che produce i prezzi ma una domanda artificiale che produce un vero e proprio abominio che è riassumibile con una bolla che si gonfia sempre più. Ciò è aggravato dal fatto che se i rendimenti dovessero salire verso livelli appropriati sarebbe del tutto insostenibile in termini matematici: è talmente enorme lo stock che viene rinnovato a breve termine che questo shock di tasso renderebbe inservibile il debito. Quindi - conlcude . è chiaro che uno schema che sembra aver passato il limite di non ritorno si configuri come un meccanismo che non si riesce a far invertire e lascia il forte dubbio di uno schema Ponzi. Non siamo in una bella situazione e non ci sono casi a cui far riferimento per uscirne senza creare problemi ancora più grandi».
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