È destino che le strade di Naguib Sawiris e quelle delle telecomunicazioni s'incrocino di continuo in Italia. Dopo essere stato il padrone di Wind, in quella che è rimasta nella storia come la più grande scalata a leva nelle Tlc mai fatta in Europa, ora il Faraone punta addirittura più in alto. Entrare in Telecom Italia. Il magnate egiziano appartiene a una delle famigle più facoltose del continente africano e lui personalmente è nella Top100 degli uomini più ricchi al mondo, secondo Forbes.

Sarà lui il nuovo socio "industriale" di Telecom? Sette anni fa, quando conquistò Wind (con uno strascico di polemiche e una battaglia legale, poi vinta, con il finanziere Alessandro Benedetti), era visto come il parvenu tra i big di uno settori industriali più strategici. Oggi, invece, potrebbe addirittura mettere una maxi-fiche da 5 miliardi di euro, prendere il posto della blasonata Telefonica nell'azionariato di Telecom e diventare il vero Farone delle Tlc in Italia.

Mentre la sua famiglia ha costruito il suo impero con business più tradizionali (il cemento e le costruzioni, settore poi venduto ai francesi di Lafarge; e il turismo), Naguib è stato sempre attratto dalle tlc. Partito gestendo un operatore al Cairo, Mobinil, ha messo in piedi il gruppo Orascom, arrivato a essere il più grosso operatore del Medio-Oriente spaziando dall'Algeria fino al Pakistan.

Poi il colpo che l'ha proiettato nell'olimpo: l'acquisizione di Wind dall'Enel che stava mettendo una pietra tombale sulla strategia della multi-utility. Un anno e mezzo fa, poi, era uscito di scena: aveva venduto la sua creatura Wind, nel frattempo diventato il terzo operatore in Italia e uno dei più profittevoli, alla russa Vimpelcom. E addio all'Italia. Lui aveva sempre ribadito di voler continuare a investire nel Paese, dove ha continuato a muoversi sotto traccia.

A chi lo segue da vicino, l'affondo su Telecom Italia non desta troppo stupore. È da tempo che Sawiris bazzica intorno alla galassia del colosso guidato da Franco Bernabé: pochi mesi fa si è comprato il portale Virgilio. Ma aver creato il più grosso internet provider italiano, unendo Virgilio a Libero (che era rimasto fuori dalla vendita di Wind), evidentemente non gli basta.

D'altronde con l'uscita da Wind ha incassato alcuni miliardi di euro ed era allo stesso tempo diventato azionista di riferimento di Vimpelcom assieme ai russi. Da inizio anno, però, Sawiris aveva già iniziato il disimpegno, vendendo pacchetti di Vimpelcom. A inizio estate era di fatto uscito del tutto, incassando altre centinaiadi milioni di euro. E ancora una volta dimostrando un fiuto eccezionale per gli affari, perché negli ultimi mesi dentro Vimpelcom è scoppiata una guerra tra i russi e i norvegesi che non promette nulla di buono. Con una montagna di liquidità da investire, Sawiris ora tenta il colpo grosso. Ci riuscirà?

Galateri: l'offerta di Sawiris sarà approfondita in Cda
Il cda di Telecom Italia «ha avuto notizia della lettera» di Sawiris, interessato a investire nel gruppo, e «la cosa verrà approfondita e valutata in consiglio». È quanto si è limitato ad affermare Gabriele Galateri, consigliere di amministrazione della compagnia telefonica e presidente di Generali, primo socio italiano di Telco, la holding di riferimento di Telecom. «Ho detto quello che avevo da dire - ha proseguito, parlando a margine dell'Italy Summit del Financial Times - in questo stadio è difficile aggiungere altro». Il consiglio è fissato in dicembre e prima di allora, ha aggiunto poi Bernabé. «Si parla di tante cose in Cda», ha precisato poi Bernabé a chi gli chiedeva se l'offerta del finanziere egiziano sarà al centro del tavolo. Ad ogni modo, ha ribadito il numero uno di Telecom, l'interesse di Sawiris «vuol dire che c'è fiducia nell'Italia e nelle società italiane». In Borsa il titolo ha registrato la migliore performance del listini, +4,2 per cento.

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