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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2012 alle ore 10:00.
L'ultima modifica è del 10 dicembre 2012 alle ore 08:22.
Il timore dei mercati finanziari sul dopo Monti affonda Piazza Affari, dove il FTSE MIB chiude a -2,2% dopo essere arrivato a cedere oltre il 3,8%. In lieve rialzo il Dax di Francoforte, che sale dello 0,17%, mentre l'Ftse 100 di Londra cresce dello 0,1%, e il Cac 40 di Parigi segna +0,18%. Negativa Madrid, più esposta alla crisi del debito: l'Ibex perde lo 0,56%. Dopo un'apertura negativa, condizionata dai timori per il "fiscal cliff" e per la stabilità politica dell'Italia, pure gli indici americani invertono la rotta ed entrano in territorio positivo. (indici in tempo reale).
A Milano si salva solo Mediaset
A Milano sono state gettonate le Mediaset (+2%), in festa per l'annuncio della nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi. È stato il settore bancario a pagare invece il prezzo più caro: Mediolanum ha chiuso con un calo del 5,9%, Mps del 5,8% mentre Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno ceduto il 5,15%. Debole nel settore finanziario Generali, che ha segnato un ribasso finale del 3% dopo aver registrato anche un breve passaggio anche in asta di volatilità.
Balzo dello spread che contagia anche quello spagnolo
Riprende a salire lo spread tra il BTp e il Bund tedesco: il differenziale tra i due titoli ha toccato un massimo di seduta a 360 punti base col tasso sul decennale italiano in crescita al 4,87% (spread in tempo reale) per poi chiudere verso quota 352. Aumenta anche il rischio debito dell'Italia misurato dai credit default swaps (cds): sugli schermi Bloomberg, i cds sono saliti di 31 punti base a quota 284 punti. La crisi italiana contagia anche altri Paesi europei che accusano il colpo sui mercati obbligazionari: la forbice Madrid-Berlino si allarga a 434 punti base col rendimento dei Bonos al 5,61%.
Gli analisti: niente panico (per ora)
Per gli analisti della francese Societé Generale, la stabilità dimostra dall'euro in queste ore conferma che non sono probabili nel breve termine pesanti ricadute dalla decisione di Monti di dire addio al Governo, a patto però che i mercati restino convinti che il premier attualmente in carica continui a svolgere un ruolo importante nella politica nazionale. Sempre secondo SocGen, non ci sono finora segnali di panico sui mercati e perché si passi a una vera preoccupazione sull'Italia é necessario che l'euro scenda sotto gli 1,28 dollari o che il Pdl di Silvio Berlusconi guadagni nettamente terreno nei sondaggi. In generale, gli analisti temono non tanto il ritorno di Berlusconi al Governo, quanto l'incertezza legata a un venir meno del sostegno parlamentare alle misure di riforma varate dall'Esecutivo Monti. Lo scenario migliore per i mercati, commenta Annalisa Piazza di Newedge, sarebbe quello di un risultato elettorale senza un chiaro vincitore e il ritorno di un Governo tecnico, magari sotto la guida dello stesso Monti, che continui le politiche avviate finora. Per gli analisti di UniCredit, ci sarà qualche turbolenza sui mercati ma sarà un fenomeno di breve termine, mentre si può guardare con una certe fiducia al medio periodo: le alternative politiche sono, infatti, di un Governo guidato da Pier Luigi Bersani, con Monti eventualmente come Presidente della Repubblica, oppure di un nuovo Governo tecnico sotto la guida di Monti. Entrambe le opzioni indicano che le riforme andranno avanti e della stessa opinione é JP Morgan.
Madrid teme il contagio
I dubbi sull'instabilità politica di paesi come l'Italia hanno «un contagio immediato» sulla Spagna. Così il ministro dell'Economia Luis de Guindos alla Radio Rne commenta l'annuncio di dimissioni di Monti. «Quando sorgono dubbi sulla stabilità di un paese vicino come l'Italia, a sua volta percepito come vulnerabile, ci contagiano subito».
Tokyo in rialzo
Inizio di settimana in leggero rialzo alla Borsa di Tokyo, sufficiente comunque a spingerla ai nuovi massimi da oltre sette mesi. Al termine delle contrattazioni l'indice Nikkei dei 225 titoli principali si é issato infatti a quota 9.533,75 dopo aver guadagnato 6,36 punti pari allo 0,07%. In controtendenza oggi il Topix relativo all'intero listino, che ha invece ceduto 1,76 punti pari allo 0,22% per attestarsi in chiusura a quota 788,48.
Il petrolio si apprezza
Il petrolio è in rialzo dopo i dati positivi della vigilia sull'economia cinese. Il barile Wti guadagna 29 cent a 86,22 dollari il Brent si apprezza di 39 cent a 107,41 dollari.
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