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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2013 alle ore 07:22.
Chi è diffidente di natura non si lascia convincere quasi da nulla. E probabilmente non saranno le buone performance dei fondi pensione nel 2012 a spingere 12 milioni di lavoratori ad aderire a un fondo pensione, preferendo questi alla rivalutazione del Tfr in azienda o allo Stato (tramite il Fondo Tesoreria dell'Inps). Anche se i costi della previdenza complementare italiana sono tra i più bassi d'Europa, anche se la vigilanza delimita efficacemente inefficienze e comportamenti scorretti, il diffidente sa sempre trovare buoni motivi per dir di no: magari il fatto di non poter recedere dalla decisione di aderire a un fondo pensione, oppure la crisi in corso che mette a rischio molti posti di lavoro. Ciò per dire che non è normale essere ottimisti quando tutto va bene e pessimisti quando tutto va male.
Il principio di realtà e i fatti – al di là delle opinioni - sono fondamentali. La crisi spinge gli italiani a mettere da parte denaro liquido: i depositi presso le banche a fine 2012 sono cresciuti di 63 miliardi, +5,4% in un anno. Risparmio prudenziale, in caso di necessità o imprevisti. Che questo accantonamento da epoca di guerra sia coerente con le esigenze del presente è tutto da dimostrare ed evidenzia la difficoltà degli italiani di passare dall'accantonamento alla pianificazione di medio e lungo periodo: quando cioè sarà troppo tardi per rimediare scelte che si contruiscono nei decenni.
Le stime sulle pensioni che incasseranno i lavoratori oggi attivi saranno inevitabilmente rivisti al ribasso, visto che l'attuale recessione ridurrà il moltiplicatore dei contributi: questi, infatti, si rivalutano in base alla media mobile del Pil nominale. Chi oggi fa progetti sulla propria pensione, dovrà rivedere al ribasso le sue stime. Un esempio? Prendiamo un autoferrotranviere di 40 anni: basta una variazione negativa dell'1% nella media del Pil e il tasso di sostituzione cala di oltre il 5%. La via crucis del varo della cosiddetta "busta arancione" la dice lunga sulla difficoltà politica di dare cattive notizie. Essere previdenti rappresenta un buon paracadute rispetto a questo rischio molto concreto; e per questo è opportuno pianificare per il proprio futuro pensionistico, magari proprio con un fondo pensione, ossia con lo strumento dedicato alla necessità. Agli italiani piace far da soli, puntando magari al mattone, che sta avviandosi a un trend negativo importante. Meglio uno strumento specifico: chi chiamerebbe un impianchino per riparare un tubo rotto?
Ultima considerazione: i rendimenti presi qui in esame sono time weighted, ossia misurati in un arco di tempo e non tengono conto dell'effetto delle performance sui portafogli accumulati (money weighted). Analizzati in questo modo sono efficienti i fondi pensione? Basta chiederlo ai metalmeccanici che hanno aderito a Cometa nel 2007, anno della riforma del Tfr, e che hanno vissuto i cinque anni più pesanti della recente storia finanziaria: chi ha scelto il fondo pensione ha versato (nel comparto Reddito, ad esempio) 12.935 euro che rivalutati valgono oggi 16.051; chi invece avesse optato per il Tfr in azienda (o allo Stato) oggi avrebbe 13.644 euro.
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