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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2013 alle ore 13:53.

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LONDRA - Nove su dieci dei derivati a copertura dei rischi sui tassi di interesse piazzati dalle banche inglesi alle piccole e medie imprese sono irregolari. O meglio potrebbero esserlo a dare retta all'indagine conoscitiva della Financial service authority che apre la via a possibili compensazioni per le imprese danneggiate.

E' un altro duro, potenzialmente durissimo, colpo per il sistema bancario britannico sotto schiaffo per lo scandalo Libor, ma soprattutto per il caso Ppi, ovvero i Payment protection insurance, garanzie che le banche vendevano ai titolari di mutui immobiliari. Anche in quel caso si rivelarono in molti casi polizze irregolari e quindi inesigibili.

Per il caso Ppi le banche britanniche veleggiano verso un conto finale da 13 miliardi di sterline. E' impossibile immaginare ancora quale sarà il costo per l'industria del credito se l'indagine di Fsa confermerà che il 90% degli swap sul rischio tassi erano irregolari, ma è comunque nell'ordine dei miliardi di pound. Al centro della ricerca di Fsa ci sono 173 contratti derivati emessi da Hsbc, Rbs, Barclays e Lloyds ovvero i quattro giganti del credito inglese.

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