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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2013 alle ore 13:09.

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Meno popolare, più Spa. Il progetto di trasformare la Banca popolare di Milano in una Società per azioni ha fatto infiammare il titolo a Piazza affari. Tanto che, questa mattina, in apertura di mercati, Bpm non è riuscita a fare prezzo nelle battute iniziali.

Prima sospesa per eccesso di volatilità, poi riammessa in Borsa, oggi Bpm ha guadagnato il 9,58%, con punte del 14% (segui il titolo).

andamento titoli

Bonomi punta alla trasformazione in Spa - A far schizzare il titolo è stata la mossa del presidente del consiglio di gestione, Andrea Bonomi, azionista con l'8,6%, che dopo mesi di trattative ha svelato il piano che, secondo gli osservatori più attenti, covava fin dal suo arrivo in Bpm: la trasformazione della Popolare in Società per azioni.

La Banca conferma: ipotesi allo studio - Martedì scorso il progetto è stato presentato ai sindacati, che hanno preso tempo fino a dopo le elezioni. Ma tanto è bastato per avviare il dibattito anche fuori dai vertici della Banca, che oggi con una nota ufficiale conferma: «Il tema della governance è oggetto di analisi e studio e, conseguentemente, qualsiasi ipotesi concreta di evoluzione della stessa é allo stato prematura».

Come potrebbe cambiare la governance - Consulenti sono già al lavoro per scrivere il nuovo statuto. Da quanto è trapelato fin qui, non mancheranno alcuni meccanismi in grado di "mitigare" i meccanismi di rappresentanza previsti dalle Società per azioni tradizionali: ci sarà, per esempio, la possibilità per soci e dipendenti di eleggere una minoranza del consiglio di sorveglianza.

Consiglio di sorveglianza: la maggioranza agli azionisti di mercati - Da quanto si apprende, attraverso la Fondazione Bpm - governata da un consiglio eletto con voto capitario, dove ogni socio ha un voto, indipendentemente dal numero di azioni possedute - e la distribuzione di azioni ai dipendenti, verrebbe eletta una minoranza rilevante all'interno del consiglio di sorveglianza. La maggioranza andrebbe, di conseguenza, agli azionisti di mercato. E questa è la novità. Bonomi ha spiegato che in questo modo si punta ad introdurre una maggior divisione tra gestione, controllo e azionariato della banca.

I sindacati prendono tempo: rinvio a dopo le elezioni - Dopo l'incontro di martedì scorso, i sindacati hanno preso tempo, rifiutandosi anche di ricevere copia del documento presentato da Bonomi, e hanno sottolineato che in ogni caso il discorso non sarà ripreso prima delle elezioni politiche. Il «cantiere della governance» poi potrà ripartire, ma l'esito della riforma resta incerto.

Trattativa piano di ristrutturazione - Intanto la Banca è alle prese con il piano di ristrutturazione siglato con l'accordo del 6 dicembre scorso (l'unica parte a non aderire è stata Dircredito). L'obiettivo del piano è ridurre il costo del lavoro di circa 70 milioni, con 700 esodi incentivati che, in caso di non adesione da parte di un numero sufficiente di lavoratori, diventeranno esuberi. Secondo fonti vicine all'istituto milanese, le adesioni sarebbero superiori, di circa 100 unità, alle 700 stimate.

E dopo la Spa? - La decisione di passare alla Spa risponde anche a un'altra necessità: finanziarsi accedendo ai capitali di mercato. Lo statuto che punta a trasformare Bpm potrebbe essere varato nei prossimi mesi, entro luglio, con la fissazione dell'assemblea straordinaria dopo l'estate. Quando alle novità si potrebbero aggiungere altre novità: come quella, alimentata da alcuni rumors di mercato, secondo cui la mossa annunciata da Bonomi sia solo un primo passo, progettato ad hoc per favorire l'integrazoene di Bpm in un gruppo bancario di maggiori dimensioni. E, forse, con respiro internazionale.

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