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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2013 alle ore 09:54.
Il ruolo di venture capitale e degli incubatori
Avviare una start up non è facile. Come ricorda Fracassi non serve solo l'idea è fondamentale che si crei un'impresa che faccia business.
Ma qualcosa si sta muovendo anche da noi.
Per Andrea Rangone, delegato a gestire il Polihub del Politecnico di Milano c'è fermento tra gli investitori (fondi di venture capitale, incubatori e business rangers) nel guardare le star up italiane.
Per Rangone seguono poi i campi legati ai social network e ovviamente il mondo dell'ecommerce.
Ma chi sono gli investitori che in Italia che aiutano le start up?Come si deve muovere il piccolo investitore
Il piccolo investitore in questo settore deve muoversi con cautela perché le aziende del settore internet pur avendo molto potenziale di crescita vanno valutate con cautela. Per Jeroen Brand, gestore di Ing, nell'It è cruciale in ogni momento individuare i temi che avranno successo nel lungo periodo, e che rappresentano interessanti opportunità di investimento. A lui ora piace la solidità del cloud computing e del big data. «Il primo non si riferisce solo alla possibilità di archiviare dati e informazioni su server remoti e accedervi da qualsiasi terminale – spiega il money manager – ma anche alla fruizione di applicazioni attraverso la rete. La domanda di big data, grazie alla velocità dei processi e all'abbassamento dei costi per l'archiviazione, è enorme: chi riesce a profilare i propri utenti ha sicuri vantaggi competitivi. Infatti, sono strumenti sviluppati da giganti come Facebook o da Google per la gestione dell'incredibile mole di dati che transitano sui siti». Gli fa eco Scott Meech, di Union Bancaire Privée.
A caccia di titoli di nicchia
Un esempio è Deutsche Post, che abbiamo esaminato di recente. DP possiede DHL, leader globale nella logistica con una posizione dominante all'interno del sistema dei servizi postali della Germania. Questi ultimi soffrono per il calo delle comunicazioni via posta (come ad esempio le bollette), che vengono ora inviate via internet.
Tuttavia DP sta facendo fronte con successo a tale situazione in due modi: - innanzitutto grazie alla crescita dell'invio dei pacchi di oggetti acquistati con l'e-commerce ma anche in un modo più innovativo: DP dispone, infatti, di un business chiamato MeinPaket in Germania, che si sta mostrando molto promettente come aggregatore di migliaia di piccoli rivenditori che desiderano essere presenti online.
Assomiglia un po' ad un Amazon in miniatura, e naturalmente DP gestisce tutte le attività relative all'invio di pacchi, generate da MeinPaket.
Un altro titolo azionario che prevediamo potrà beneficiare molto dal boom dell'e-commerce è Gemalto, società francese che si occupa di software per la sicurezza dei pagamenti digitali. È evidente che la "security identity" è al centro della rivoluzione legata ai pagamenti digitali. Quello che appare meno chiaro è capire esattamente quali sono le tecnologie che alla fine prevarranno nel settore. Tuttavia, la posizione dominante di Gemalto nel mercato dei sistemi di sicurezza dei pagamenti e gli investimenti effettuati per essere all'avanguardia nella tecnologia dovrebbero garantirle un ruolo chiave.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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