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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 09:20.

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(Corbis)(Corbis)

Tutti li chiamano Pigs, che in inglese vuol dir "maiali". Altri aggiungono una "i" includendo anche l'Italia all'acronimo iniziale che mette insieme Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Altri, soprattutto dalle parti degli Stati Uniti, li chiamano Gipsi (in questo caso l'acronimo parte dalla Grecia) che se si legge "Gipsy" vuol dire zingari. Insomma negli ultimi anni i Paesi che fanno parte della periferia dell'Eurozona (che vuol dire le economie meno in "forma") sono state maltrattate dal "marketing economico".

La carica dei Pigs
Tuttavia dal 24 luglio, il giorno successivo al lancio dello scudo anti-spread da parte della Bce guidata da Mario Draghi, qualcosa è cambiato. I bond greci a 10 anni che rendevano quasi il 28% (rapporto rischio/rendimento altissimo) sono crollati al 10% (e di conseguenza i prezzi che si muovono in direzione opposta sono saliti notevolemente). I titoli portoghesi sono passati dal 10,8% al 6,21%. In forte miglioramento anche l'Irlanda (che come Grecia e Portogallo ha fatto ricorso agli aiuti internazionali) che ha visto scendere il rischio sul debito (e gli interessi passivi da pagare per lo Stato) con rendimenti passati dal 6,2% al 3,9%. Addirittura meno di Italia (4,6%) e Spagna (5%) che pur sono nettamente migliorate rispetto alla fase più acuta della crisi dell'euro.

Dati simili anche per la Borsa con Atene che festeggia un parziale di +64% collocandosi nel periodo di riferimento tra le migliori Borse del mondo. A doppia cifra tutti gli altri listini dei Piigs, in straordinario recupero dalla scorsa estate.

A ruota sono crollati anche gli spread con il rispettivo Bund tedesco, considerato al momento il titolo faro dell'Eurozona, come evidenzia la tabella allegata sulla "carica dei Pigs".

Stanno tornando gli investitori stranieri
Le condizioni finanziarie dei Piigs si sono così ribaltate in pochi mesi. È davvero tutto merito dello scudo anti-spread? Un discorso che può valere per Spagna e Italia che finora non hanno chiesto aiuti né attivato lo scudo (che quindi ad oggi ha svolto solo una funzione di deterrente scoraggiando attacchi speculativi). Ma lo scudo vale meno per Grecia, Portogallo e Irlanda che difatti hanno già fatto ricorso agli aiuti della Troika sottoponendosi a rigide condizioni di austerity. Molti accreditano invece questo clamoroso rimbalzo finanziario dei Piigs alla "grande rotazione" in atto, ovvero allo spostamento di investimenti da asset class meno rischiose a strumenti "risk on". Rotazione favorita dall'enorme liquidità in circolazione dopo che le banche centrali di Stati Uniti, Giappone e Inghilterra hanno attuato negli ultimi mesi imponenti piani di quantitative easing. In questa grande rotazione si segnala il forte ritorno di investitori stranieri sui titoli di Stato della periferia dell'Ue (come evidenziano gli ultimi dati sulle aste di Bonos e BTp). Il che, da un lato è un fattore positivo, ma dall'altro riespone i Piigs allo stesso rischio che hanno corso all'apice della crisi dell'Eurozona, culminata proprio con la fuga degli investitori stranieri.

Economia reale
I dati finanziari evidenziano però un forte scollamento con l'economia reale. Il Pil è in calo e la bassa inflazione è più sintomatica di scarsi consumi che non di economia virtuosa (con conseguenze a spirale sul Pil dove i consumi sono la fetta più importante). La disoccupazione in Europa è in forte aumento e ha toccato ormai quota 19 milioni (in pratica è come se tutti gli abitanti dell'Olanda fossero disoccupati). Preoccupa in particolare quella giovanile che in Grecia e Spagna viaggia circa al 50% e che in Italia ha superato il 35%. Con il rischio che le nuove leve qualificate potrebbero essere costrette a emigrare o ad accettare nei prossimi anni lavori meno qualificanti pur di sbarcare il lunario. Il che si tradurrebbe in una costante perdita delle capacità acquisiti nel corso degli anni, le stesse che si spera facciano fare ai Piigs, Pigs o Gipsi che li si voglia chiamare, il salto di qualità definitivo dalla periferia dell'Eurozona al centro. Nel sogno di un'Unione europea che operi in modo realmente sinergico.

twitter.com/vitolops

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