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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 12:12.

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«Se compariranno dei dubbi che la spinta alle riforme dell'attuale Governo italiano non sarà continuata dal nuovo Esecutivo, questo porterà a un aumento dei costi di finanziamento e non contribuirà certo al superamento della crisi dell'Eurozona». Lo ha detto il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, durante la conferenza stampa che ha accompagnato la presentazione del bollettino 2012 della Banca centrale tedesca.

«Finora - ha sottolineato ancora Weidmann, ribadendo un concetto già espresso dal presidente della Bce Mario Draghi - la reazione dei mercati alle elezioni italiane è stata limitata; tutti aspettano di vedere che strada imboccherà il nuovo Governo. In Italia - ha concluso - la principale preoccupazione non è l'andamento dei conti pubblici, ma gli impedimenti strutturali alla crescita»

Più in generale, il banchiere tedesco ha sottolineato che in Europa la crisi non è finita nonostante la recente calma dei mercati e ha sollecitato tutti governi dell'eurozona a risolvere i loro problemi alla radice proseguendo le riforme. Oltre all'Italia, Weidmann ha citato la Francia, dove pure tale cammino appare rallentato.

Quanto alla Germania, l'economia è cresciuta «solo moderatamente» e questo perché «ha pesato la recessione di alcuni paesi dell'eurozona e l'insicurezza generale dell'area euro».

La Bundesbank «sostiene con forza la realizzazione di un unione bancaria» nell'eurozona, che potrebbe essere davvero uno strumento di protezione per la valuta comune, ha aggiunto Weidmann.

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