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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 19:53.

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Instabilità politica e rischio di nuove elezioni. Sono soprattutto queste le ragioni per cui il rischio Italia resta sovrastimato e comunque più alto (nella percezione dei mercati finanziari) rispetto a quello dei cosiddetti Paesi periferici dell'Ue a 17, Spagna e Irlanda su tutti. Lo scarto è messo molto bene in evidenza da una serie di grafici elaborati di Martingale Risk. Sotto la lente il famigerato spread BTp-Bund e quello sui Credit default swap (Cds), derivati che fotografano il rischio fallimento.

L'elaborazione mette a confronto nel primo caso Italia e principali partner dell'Eurozona sulla base del differenziale di rendimento dei titoli di stato decennali italiani e tedeschi "contro" rating assegnato da Standard & Poor's. In un secondo grafico stesso confronto, ma basato sui Cds. L'Italia appare come meno rischiosa - ovviamente - della Grecia, ma poco meno della Spagna e più dell'Irlanda. I dati si riferiscono alla chiusura dei mercati di lunedì 25 marzo. Nel caso «Cds versus rating» Roma sta messa peggio perfino di Madrid.

«La differenza - spiega Enzo Foschi, di Martingale Risk - è imputabile al fatto che l'Irlanda ha già scontato una crisi del debito pubblico, a seguito della quale ha ricevuto un pacchetto di aiuti europei e del Fondo monetario internazionale, e ha ristrutturato il proprio sistema bancario. È interessante osservare anche come la differenza tra lo spread dei Bonos spagnoli e dei BTp italiani sul bund si attesti a circa 35 punti base, nonostate il rating della Spagna sia pari a BBB-, ovvero due classi di rating inferiori a quello italiano. In sostanza, il mercato sta prezzando il debito dell'Italia come se il suo merito creditizio fosse peggiore di quello che effettivamente le è stato attribuito».

Quanto all'andamento dello spread BTp-Bund, che ha fatto nuovamente parlare di sé nelle ultime settimane, complici le turbolenze in Europa (il caso Cipro) e in Italia (il risultato delle elezioni e conseguente stallo), Martingale Risk propone - attraverso un modello econometrico che include variabili macroeconomiche e contesto finanziario internazionale - il confronto tra«valore di equilibrio» ed «effettivo» del differenziale. Finestra temporale lunga, dal 2004 ad oggi. Evidenti gli scarti in corrispondenza delle fasi più acute della crisi. Andamento analogo per i titoli decennali spagnoli.

«Questo modello - precisa Foschi - si propone di verificare se il prezzo di mercato rifletta un valore corretto, fair. Ebbene, lo spread del BTp italiano sul Bund alla chiusura del 25 marzo si è attestato a 328,6 punti base (poco più dei 323 della chiusura di oggi, ndr). Il nostro fair value, invece, è pari a 293,7 punti base; il mercato, quindi, sta continuando a prezzare il rischio-Italia ad un valore superiore di circa 35 punti base rispetto al valore di equilibrio». (Al.An.)

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