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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2013 alle ore 07:08.

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I mercati finanziari sono pieni di detti. Proverbi, frasi da corridoio. Che molte volte funzionano ma tante altre no, pur essendo supportate da solide basi statistiche. Molto probabilmente, il proverbio di Borsa più celebre è "Buy the rumors and sell the news", ovvero "compra sulle indiscrezioni e vendi quando la notizia è ufficiale". Ma nel gergo delle stanze dei trader si è anche affermato con autorevolezza il vecchio adagio "Sell in may and go away" che consiglia, senza giri di parole, di ridimensionare il portafoglio azionario a maggio. Perché?

Le statistiche indicano, molto semplicemente, che i mercati finanziari tendono a sottoperformare nei mesi estivi. Allora quando rientrare? A novembre, stando a un altro proverbio, conseguenziale al "Sell in may" secondo cui bisognerebbe riprendere posizione long (rialzista) sui mercati azionari "ad Halloween", festa che cade appunto la notte del 31 ottobre.

I dati confermano in modo schiacchiante la forza statistica di questa sorta di schema borsistico. Negli ultimi 50 anni - secondo Marketwatch - l'indice Dow Jones è salito in media del 7,5% nei mesi invernali e ha perso lo 0,1% nei mesi estivi.

Una conferma arriva anche osservando l'andamento dell'indice Vix che sintetizza la volatilità (e per certi versi la paura) sui mercati. Più è alta la volatilità maggiori sono le probabilità di un ribasso. Ebbene, nei mesi estivi la volatilità è (quasi) sempre risultata più marcata rispetto all'inverno (grafico andamento Vix dal 1990).

La novità? Combinando i due detti "buy the rumors and sell the news" e "sell in may and go away" si ottiene che paradossalmente quella di vendere a maggio per molti operatori è ormai diventata una notizia accertata. E quindi, per trarre profitto, potrebbe (forse) essere meglio andare a cercare il rumor, muoversi con qualche giorno o settimana d'anticipo rispetto al canonico "sell in may". Cioè ridurre l'esposizione azionaria ad aprile. Alberto Fugnoli, strategist di Kairos, non a caso fa notare che negli ultimi anni la "correzione estiva" è cominciata con qualche giorno d'anticipo sulla tabella di marcia di maggio. «Nel 2010, a ripresa già avviata, la discesa estiva inizia il 24 aprile. Nel 2011 il 28 aprile è addirittura il massimo dell'anno. Nel 2012 la correzione estiva inizia il 27 aprile».

Ma perché in estate le Borse solitamente deludono? Soprattutto perché gli investitori non hanno le stesse munizioni di cui dispongono nei mesi invernali. A fine anno, si sa, l'esigenza di dover chiudere i bilanci (e le performance annue per molti gestori) tende a favorire una fisiologica spinta rialzista sui mercati. Così come a inizio anno (e siamo ancora in inverno) gli investitori hanno meno vincoli nel puntare a rialzo sulla base delle proprie proiezioni. Da maggio in poi coloro che non avevano visto giusto devono correre però ai ripari limando eventuali perdite.

A questi fattori tecnici, si aggiunge un aspetto geopolitico: la convenienza implicita a prendere le decisioni più traumatiche nei mesi estivi, quando l' "opinione pubblica dei risparmiatori" è distratta dalla vacanze e anche drastiche novità passano più in sordina.

Indovinate un po' quando l'allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon decise di annunciare la fine della convertibilità del dollaro in oro venendo meno agli storici accordi di Bretton Woods? Era la notte tra il 14 e il 15 agosto del 1971. E vi ricordate quando il finanziere George Soros mandò gambe all'aria la sterlina con una speculazione al ribasso da 10mila miliardi spingendo l'Inghilterra fuori dallo Sme? Era il settembre del 1992. Quando è stata annunciata la bancarotta di Lehman Brothers? Il 15 settembre 2008, giorno che passerà agli annari per il più grande fallimento finanziario del pianeta (640 miliardi di dollari).

L'elenco degli esempi sulle estati nere della finanza è lungo. Resta pur sempre vero che si tratta di statistiche e, come tali, vanno prese con le pinze. Le profezie non sempre si avverano. Un esempio? Nel 2012, dal 24 luglio le Borse mondiali hanno girato violentemente al rialzo. Cosa è successo? Quel giorno il governatore Bce Mario Draghi ha lanciato lo scudo anti-spread ricordando che la «Bce farà di tutto per difendere l'euro e vi assicuro che sarà abbastanza». E così, la correlazione "estate-Borse negative" è saltata con la stessa velocità di un battito d'ali di una farfalla.

I mercati sono un po'così. Sempre pronti a seguire fedelmente antichi proverbi ma a volte, basta una frase o uno schiocco di dita, perché prendano all'improvviso direzioni opposte. Valli a capire, i mercati.

twitter.com/vitolops

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