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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2013 alle ore 12:05.

Il rincaro degli spread è probabilmente la causa principale del mancato decollo del fondo. E il motivo per cui molti istituti - pur avendo aderito formalmente al fondo - hanno creato ostacoli alle giovani coppie che si sono presentate allo sportello, requisiti alla mano, chiedendo il prestito agevolato.
In attesa delle modifiche
Per questo motivo il governo uscente ha recentemente deciso di modificare i requisiti di accesso. Secondo la modifica non si conteggia più uno spread dell'1,5% ma viene indicato che il tasso finale applicato sul mutuo non deve essere superiore al tasso effettivo globale medio, pubblicato trimestralmente dal ministero dell'Economia.
Tra le novità, per rendere meno selettivo il fondo, è previsto che salti il vincolo del possesso di almeno il 50% di un reddito da lavoro dipendente e a tempo indeterminato e che salga da 35mila a 40mila euro il reddito complessivo ai fini Isee necessario per l'accesso. E ancora: le banche e tutti i soggetti finanziatori, inoltre, non potranno più chiedere ulteriori garanzie non assicurative ai giovani futuri mutuatari.
Peccato però che al momento il decreto di modifica - praticamente pronto da febbraio - non è stato ancora emanato. In ogni caso, basteranno queste novità a far decollare i milioni stanziati dal fondo e non utilizzati e a spingere le banche riaprire i rubinetti nei confronti delle giovani coppie?
Rimbalzati anche gli autonomi
Le giovani coppie, del resto, non sono l'unico target in difficoltà in questo momento di stretta del credito ad accedere al mutuo. Tra i più penalizzati ci sono anche i lavoratori autonomi. Chi ha un'impresa non può esibire la regolarità di una busta paga e questo per molti istituti, in fase di istruttoria, è un problema. Ne deriva che il rating (giudizio di solvibilità del debitore) assegnato dagli istituti di credito a un autonomo è quasi sempre più basso rispetto a quello di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato. Anche se l'autonomo ha guadagnato di più negli ultimi anni di più. Motivo per cui questa cateogoria spesso risulta preclusa al credito in assenza di garanzie aggiuntive (fideiussioni, ecc.). «Purtroppo la categoria degli autonomi è una delle più penalizzate nell'accesso al credito - conferma Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it -. Gli istituti di credito ragionano in questo modo: quanto può essere influenzato il reddito che produci dalla situazione economica del momento? Purtroppo per gli autonomi la risposta a questa domanda è: tanto. Questo in virtù della forte esposizione di un'attività imprenditoriale al ciclo economico».
Va un po' meglio per i liberi professionisti. «Professionisti come avvocati, commercialisti, medici, ingegneri - continua Anedda - sono invece un po' meglio posizionati nelle istruttorie bancarie rispetto agli autonomi. Soprattutto se sono in grado di dimostrare che onorari e parcelle sono stabili nel tempo e quindi meno ciclici».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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