Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2013 alle ore 17:17.

My24

I mercati sembrano resistere, almeno per ora, alla Tobin Tax, la tanto discussa Tassa sulle transazioni finanziarie entrata in vigore in Italia il primo marzo scorso. Nonostante il calo registrato a marzo e aprile, nei primi quattro mesi del 2013 gli scambi giornalieri sulle azioni di Piazza Affari sono cresciuti rispetto alla media dell'intero 2012. Grazie al clima positivo che regna sui listini, alcuni intermediari, banche e trader non hanno sofferto in maniera particolare dell'introduzione della nuova imposta.

Ma Assosim avverte: «In questo periodo i mercati in rialzo incentivano sicuramente gli scambi, soprattutto da parte dei day trader che, chiudendo le posizioni in giornata, non sono soggetti all'imposta. Secondo le prime stime ci risulta invece che gli intermediari che operano per conto di investitori istituzionali, soprattutto di matrice estera, stanno registrando un forte calo dei volumi», ha spiegato a Radiocor Gianluigi Gugliotta, segretario generale dell'Associazione che raggruppa gli intermediari italiani.

andamento titoli

Proprio per queste preoccupazioni i maggiori attori di mercato italiani, tra cui la stessa Assosim, Assonime, Abi, Ania, Assogestioni, Confindustria hanno scritto una lettera al ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni, esprimendo i propri timori sulla Tobin Tax europea, mossa che ha l'obiettivo di sottolineare la presa di coscienza delle gravi ripercussioni dell'introduzione della tassa sui costi di finanziamento dell'economià, sottolinea il segretario generale di Assosim. Al momento molti investitori non hanno ancora sborsato nulla sulle operazioni effettuate da marzo a oggi: molti operatori hanno infatti deciso di far pagare i propri clienti una sola volta in maniera retroattiva la tassa, che dovrà essere versata per la prima volta all'erario il prossimo 16 luglio, dopodiché il pagamento sarà mensile.

Esaminando i dati di Borsa italiana sugli scambi medi giornalieri, emerge che a marzo e aprile c'è stato in effetti un forte decremento rispetto a gennaio e febbraio, quando la tassa non era ancora in vigore: in termini di controvalore, nei primi due mesi dell'anno i volumi sono stati pari a 2,6 e 2,3 miliardi di euro, contro i due miliardi di marzo e aprile. Stessa tendenza per il numero di contratti: si è passati dai 267mila circa di gennaio e i 255mila di febbraio ai 235mila e i 223 mila di marzo e aprile. Confrontando i primi quattro mesi del 2013 e del 2012, la flessione è confermata come numero di contratti (-9%), mentre il controvalore é rimasto stabile a 2,2 miliardi.

Ma lo scenario cambia se consideriamo l'intero 2012: in termini di numero di contratti, nei primi tre mesi del 2013 c'è stato un incremento del 10,9% rispetto alla media giornaliera dello scorso anno, con oltre 252mila contratti scambiati (circa 228mila nel 2012). Nel periodo gennaio-aprile il rialzo è stato di quasi l'8%, con un controvalore salito a 2,25 miliardi dai 2 miliardi di media del 2012 e maggio sta confermando la tendenza.

Le banche e gli operatori interpellati da Radiocor spiegano che al momento l'impatto della Tobin Tax è mitigato dal clima positivo sui mercati e non è ancora possibile quantificarne l'effetto reale. I motivi citati sono vari: la buona perfomance degli indici, con il FTSE MIB che ha guadagnato oltre il 7% da inizio anno (+11,9% nel 2012); la maggiore stabilità politica; il ritorno di liquidità sui mercati; una fiducia generalizzata e una minore volatilità. Tutti fattori che riportano interesse sull'equity e compensano l'effetto Tobin Tax. D'accordo anche Assosim, che evidenzia però alcuni aspetti importanti.

«Nei primi mesi dell'anno il mercato registra sempre scambi superiori rispetto a quelli della chiusura dell'anno precedente. Se confrontiamo i dati di marzo/aprile 2013 con quelli dell'analogo periodo del 2012, registriamo invece un saldo negativo dell'8% nei volumi negoziati. Nel complesso, comunque, la maggiore operatività dei day trader non soggetti alla Tobin Tax sta compensando il forte calo degli ordini da parte degli investitori istituzionali (fondi di investimento e previdenziali), soprattutto quelli di matrice estera, che vengono dirottati verso mercati alternativi», precisa Gugliotta.

«Così facendo il mercato sta però perdendo la sua stessa ragion d'essere: veicolare il risparmio a medio-lungo termine apportato dagli istituzionali verso l'economia reale. Da luglio, inoltre, l'imposta inizierà ad essere applicata anche ai derivati, fattore che comporterà un incremento del costo di hedging per gli operatori istituzionali, con conseguente ulteriore diminuzione dell'esposizione dei loro portafogli nei confronti di titoli italiani».

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi