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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2013 alle ore 14:04.

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Quello attuale, non ci vuole la sfera di cristallo per saperlo, non passerà agli annali per essere il momento più semplice per ottenere un mutuo o per cambiare le condizioni in corsa del proprio prestito ipotecario. Le erogazioni sono in profondo calo, così come le richieste. Perché è come un cane che si morde la coda. Da un lato molte banche non intendono spingere in questo momento di magra nel prodotto mutui, di certo molto meno profittevole, soprattutto nel brevissimo periodo, rispetto ad altri modi di "impiegare" il capitale. Dall'altro molte famiglie, prevedendo che la crisi continuerà, preferiscono giocare di riserva con un atteggiamento guardingo. Magari aspettando nuovi cali del mercato immobiliare. In attesa di capire quello che ne sarà dell'Imu sulla prima casa o di altre misure atte a rivitalizzare un mercato delle case piombato violentemente agli anni '80.

Insomma, domanda e offerta non vanno, per motivi diversi, d'amore e d'accordo in questo momento quando si parla di mutui. Ne consegue che per chi è orientato in questa direzione le scelte si fanno più difficili. Gli spread praticati dalle banche sui prestiti ipotecari restano infatti vicini ai massimi da quando è stato introdotto l'euro. Nella migliore delle ipotesi si riesce a spuntare un 3% sul fisso e un 2,8% sul variabile. Siamo lontano anni luce da spread sotto l'1%, agevolmente praticati fino al 2008.

Di converso, gli indici europei che si sommano allo spread e che determinano poi il tasso di interesse finale a carico del destinatario, sono ai minimi di tutti i tempi. Gli Euribor (le cui variazioni incideranno nel bene e nel male nelle rate future di chi opta per un tasso variabile) sono pressoché azzerati: l'indice a 1 mese è allo 0,112% e il trimestrale allo 0,2%. Nei prossimi cinque anni - secondo i future sull'Euribor quotati sul mercato Liffe - dovrebbere lentamente salire ma restare comunque sotto il 2%.

Che dire degli Eurirs (gli indici che interessano solo al momento della stipula, perché è in quel giorno che vengono presi e fissati sul piano di ammortamento, gli aspiranti mutuatari orientati verso il tasso fisso) ? Mai così bassi. L'Irs a 10 anni quota 1,66%, l'Irs a 20 a 2,7% e il 25 anni (molto gettonato perché 25 anni è la durata media oggi richiesta per un mutuo) si attesta al 2,3%.

Sommando gli addendi il fattore cambia. I migliori variabili (forti di Euribor praticamente azzerati) si stipulano oggi poco sopra il 3%. I migliori fissi poco oltre il 5%. La differenza, 200 punti base, non è di poco conto. Soprattutto in un momento come questo in cui il pericolo che gli Stati dell'Eurozona girovaghino ancora a lungo intorno alle sabbie mobili dei tassi vicino a quota zero resta alto.

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TAG: Mutui, Imu

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