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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2013 alle ore 15:06.

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Settimana di fuoco per le aste del Tesoro. Ma ai tassi attuali conviene ancora comprare BoT e BTp?

Mercoledì e giovedì il Tesoro torna in campo con nuovi collocamenti. L'offerta è rivolta sia agli investitori che puntano sul breve periodo (BoT a 12 mesi per 7 miliardi) che a quelli focalizzati su un orizzonte temporale un po' più lungo (BTp a 3 anni per un importo compreso tra 2,5 e 3,5 miliardi). Ci sarà spazio anche per un BTp a 15 anni. Senza trascurare il CcT a cedola variabile a 5 anni, per un importo complessivo di titoli a medio-lungo termine tra 5,5 e 8 miliardi.

La domanda che molti si pongono - dopo che negli ultimi mesi lo spread si è ridimensionato (rispetto a 11 mesi si è dimezzato da 524 a 265 punti base) e i tassi dei governativi italiani sono scesi molto - è se i rendimenti delle aste di questa settimana sono da considerare comunque allettanti.

I rendimenti attesi
Innazitutto, analizziamo quali dovrebbero essere i tassi offerti. «Rispetto alle aste precedenti dovremmo assistere a una crescita dei rendimenti - spiega Filippo Diodovich di Ig -. Secondo le nostre attese il rendimento del BoT annuale dovrebbe salire in un range compreso tra lo 0,86% e lo 0,92% dallo 0,70% della precedente asta. Ci aspettiamo, tuttavia, anche un aumento della domanda con un rapporto di copertura che dovrebbe essere ben più alto dell'1,16 dell'asta del 10 maggio. Per quanto concerne il BTp a 3 anni, il rendimento dovrebbe mostrare una crescita al 2,30% circa dall'1,92% dell'asta precedente con un bid to cover ratio compreso tra 1,40 e 1,60». Mentre il rendimento del BTp a 15 anni potrebbe essere offerto intorno al 4,05%, stando alle ultime indicazioni che arrivano dal mercato secondario.

Esperti scettici sul titolo a 15 anni
«A nostro avviso i rendimenti sulle scadenze brevi (BoT e BTp a 3 anni) sono ancora interessanti, soprattutto se confrontati con il livello generale dei rendimenti nel mondo del reddito fisso. Lo spread Btp-Bund sembra essersi stabilizzato e le scadenze brevi delle curve sono al momento protette dalla Banca centrale europea che sembra intenzionata a mantenere il proprio atteggiamento espansivo - spiega Antonino de Gaetani, gestore obbligazionario di Bnp paribas investment partners -. Al contrario riteniamo suscettibile di maggiore volatilità nel breve termine strumenti come il BTp 2028 che, avendo una duration molto alta, potrebbe risentire di un proseguimento della discesa dei prezzi a cui si è assistito nel mese di maggio. Infatti i timori legati ad un alleggerimento delle proprie politiche espansive da parte della Federal Reserve potrebbero continuare a pesare sulle scadenze più lunghe della curva anche nel corso dei mesi estivi».

Per Simone Facchinato, responsabile investimenti di Amundi Sgr. «con l'attuale livello dei rendimenti globali il rischio di una correzione è dietro l'angolo specie per i titoli governativi considerati "porto sicuro" o "safe haven". I titoli di Stato italiani con il loro spread offrono una maggior protezione da un eventuale rialzo dei tassi in quanto il loro rendimento nel tempo potrebbe compensare le perdite sostenute. Questo significa che per investitori italiani, i titoli di stato offrono un buon profilo rischio rendimento specie se paragonati ad altre tipologie di titoli obbligazionari».

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