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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2013 alle ore 08:26.

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Borse asiatiche in netto calo, il Nikkei chiude a -1,26%: - Le mosse della Fed aprono una nuova fase anche a Tokyo

Avvio di settimana debole per le Borse asiatiche. L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dell'1,26% a 13.062,78 punti, mentre nel resto del continente le piazze cinesi hanno guidato ribassi più pesanti, nel quadro delle incertezze sulla politica monetaria della Federal Reserve e ancora di più per i timori di un "credit crunch" in una Cina la cui crescita economica sta già rallentando vistosamente.

La Borsa di Tokyo aveva aperto in rialzo, sostenuta dalla forza del dollaro che è tornato a superare quota 98 sullo yen favorendo gli acquisti sui titoli delle società esportatrici. La precedente chiusura in rialzo del Dow Jones (che venerdì scorso ha terminato in territorio positivo per la prima volta in tre sessioni) ha contribuito a un momentaneo esordio della settimana favorevole per il Nikkei, anche se la maggiore spinta era venuta certamente dal fattore valutario. Del resto, già settimana scorsa il dollaro aveva guadagnato oltre il 4% sullo yen, sull'onda della prospettiva di un ampliamento del differenziale tra i tassi Usa (che sul decennale sono aumentati al 2,542%) e quelli nipponici (oggi il lievissimo rialzo allo 0,885 per i bond a dieci anni). La robustezza di fondo del sistema bancario giapponese ha trovato una conferma nella rinnovata volontà "espansionistica" dei grandi gruppi: sarà infatti la maggiore acquisizione bancaria nel Sud-est asiatico quella con cui Mitsubishi Ufj Financial Group rileverà una partecipazione del 51% nella thailandese Bank of Ayudhya.

Sul fronte politico, l'Abenomics ha incassato un voto di fiducia da parte degli elettori nelle elezioni per l'assemblea metropolitana di Tokyo, nelle quali il partito di governo ha ottenuto la maggioranza assoluta assieme al suo alleato di coalizione New Komeito (82 seggi su 127): un vittoria che potrebbe tirare la volata per le elezioni del 21 luglio relative al rinnovo della Camera Alta. Nella seconda parte delle contrattazioni, il fattore-Cina ha cominciato a gravare anche sul mercato di Tokyo, dove si sono verificate ampie vendite anzitutto sui future.

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