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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2013 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 11 luglio 2013 alle ore 17:47.

Wall Street ai massimi da sempre grazie all'effetto Bernanke - Attesa oggi per i dati sulla produzione

Wall Street vola con le parole del presidente della Fed Ben Bernanke: il Dow Jones (+1,11%) e lo S&P 500 (+1,4%) chiudono ai massimi di tutti i tempi, il Nasdaq (+1,63%) chiude ai livelli più alti da oltre 10 anni. Grazie all'«effetto Bernanke» gli States hanno ignorato i dati macroeconomici odierni, ossia le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione cresciute più delle attese e i prezzi alle importazioni calati contro le stime di un risultato invariato a giugno).

Piazza Affari ha chiuso le contrattazioni con il FTSE MIB invariato rispetto alla chiusura di ieri. Il listino non si è accodato al rialzo degli altri indici europei e di quelli asiatici che hanno beneficiato delle dichiarazioni accomodanti di ieri sera del governatore della Federal Reserve Ben Bernanke.

Sulla Borsa di Milano hanno pesato le nuove tensioni politiche con il Pdl che minaccia di ritirare la fiducia al governo. Ipotesi che peggiorerebbe il già cauto giudizio sull'Italia e le deboli prospettive di ripresa: solo due giorni fa l'agenzia di rating S&P's ha tagliato il rating sull'Italia a BBB con outlook negativo.

Lo spread tra BTp e Bund si è impennato fino a quota 290. Il rialzo dei rendimenti ha impattato anche sull'asta di BTp a 3 e 30 anni che non è andato bene come nelle previsioni iniziali.

Focus Piazza Affari
Tra i singoli titoli ancora in evidenza Banca Pop Mi che ha aperto alla possibilità di una trasformazione in Spa. Buon rialzo anche per Mediaset che beneficia delle parole di Pier Silvio Berlusconi su una partnership internazionale. Acquisti anche su Tod's. Tra i più venduti Enel Green Power, Pirelli & C e Ubi Banca. Ha chiuso in calo Rcs Mediagroup. La Consob sta verificando l'andamento dell'asta dell'inoptato relativo all'aumento di capitale di Rcs di questa mattina, quando tutti i 15 milioni di diritti ancora disponibili sono andati esauriti.

Bernanke ha rassicurato i mercati
A dare la carica, come detto, è stato il presidente della Fed che mercoledì ha sottolineato che «l'economia americana necessita di politiche monetarie altamente accomodanti nel prossimo futuro». Cioè, il governatore centrale statunitense ha voluto rassicurare il mercato che, seppure la graduale uscita dalla strategia di acquisti di asset da parte della Fed è dietro l'angolo, il costo del denaro non verrà alzato. Il che, ovviamente, ha galvanizzato i mercati.

I dati del lavoro statunitense
Le Borse del Vecchio continente, comunque, non hanno reagito con grande forza ai dati americani. In primis, quelle sul mercato del lavoro. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono salite di 16 mila unità a quota 360 mila unità nella settimana chiusa al 6 luglio. Un valore al di sopra delle attese degli economisti. Si tratta del peggior dato degli ultimi due mesi. I prezzi all'import, invece, sono scesi dello 0,2% in giugno. Diversa invece la reattività di Wall Street: sulla scia delle indicazioni macroeconomiche l'S&P500 è balzato sui massimi storici.

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