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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2013 alle ore 07:23.

TOKYO - Il Prodotto interno lordo cinese nel secondo trimestre di quest'anno è rallentato al +7,5% rispetto al +7,7% dei primi tre mesi dell'anno: una performance in linea con le attese, che ha attutito i peggiori timori di un "hard landing" della seconda economia mondiale pur rappresentando il secondo trimestre consecutivo di frenata. Nel primo semestre del 2013 l'economia di Pechino è quindi cresciuta a un tasso del 7,6 per cento. Le Borse asiatiche - salvo Tokyo, chiusa per la festività del mare - hanno reagito con un certo sollievo e una tendenza a un leggero rialzo, in quanto c'era chi si attendeva sorprese negative, specie dopo una raffica di recenti dati macroeconomici piuttosto deludenti.
Ad ogni modo, molti investitori avevano già scontato un rallentamento della crescita, che potrebbe continuare in vista degli sforzi governativi per contenere l'espansione del credito e regolarizzarne i contorni al fine di evitare il pericolo di future crisi finanziarie: il punto interrogativo riguarda la "tolleranza" delle autorità di Pechino nei confronti di una frenata della crescita economica indirizzata probabilmente ad accentuarsi senza l'arrivo di qualche forma di supporto.
Se la settimana scorsa il Fondo Monetario Internazionale aveva ridimensionato la sua previsione sulla Cina a un +7,8% per quest'anno, varie banche d'affari internazionali – da Goldman Sachs a Barclays e Hsbc - avevano ridotto già il mese scorso le loro stime a un +7,4%, che rappresenterebbe la crescita annuale più modesta dall'inizio degli anni '90. Altre cifre rilasciate oggi da Pechino riguardano la produzione industriale, salita dell'8,9% a giugno rispetto a un anno prima (un po' meno delle prevalenti aspettative), e le vendite al dettaglio nello stesso mese, aumentate del 13,3% rispetto al giugno dell'anno scorso (un po' più delle attese).
Gli investimenti fissi sono altresì balzati su base annuale del 20,1% (sostanzialmente in linea con le previsioni medie degli analisti).
Prima del rilascio dei dati sul Pil cinese, i mercati erano rimasti in stand-by nonostante la performance positiva di Wall Street anche in chiusura della scorsa ottava, in presenza di un certo nervosismo. Basti pensare che sabato l'agenzia ufficiale cinese Xinhua aveva corretto un suo messaggio in cui un alto funzionario del ministero delle Finanze aveva indicato che la crescita economica di quest'anno potrebbe fermarsi al 7 per cento, in un evidente tentativo di calmare le ansie dei mercati. Gli investitori già passano ad attendere i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che saranno rilasciati oggi.
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