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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2013 alle ore 07:36.
TOKYO - L'indice Nikkei ha chiuso oggi con un progresso dello 0,64% a 14.559,12 punti, nel giorno in cui è scatta la fusione nel mercato "cash" tra le Borse di Tokyo e Osaka che crea la terza piazza azionaria mondiale per numero di società quotate.
Il trasferimento di 1.100 titoli finora trattati solo all'Osaka Securities Exchange porta infatti il numero complessivo di società nel listino del Tokyo Stock Exchange a 3.423. Fino a oggi il Tse risultava in settima posizione globale, dopo l'indiana Bse e la canadese Tmx. Per valore del trading, il Tse era già al terzo posto al mondo dopo il Nyse Euronext e il Nasdaq Omx: nei primi cinque mesi di quest'anno, con 3.040 miliardi di dollari, è rimasta davanti alle Borse cinesi, che hanno evidenziano un valore combinato del trading (Shanghai e Shenzen) pari a 2.940 miliardi di dollari. Ora il Japan Exchange Group - nato quest'anno dalla fusione degli operatori delle Borse di Tokyo e Osaka - intende attrarre più fondi dall'estero aumentando l'efficienza del trading e la liquidità attraverso l'integrazione dei due mercati cash. L'ambizione è anche quella di attirare un maggior numero di collocamenti pubblici iniziali, anche dall'estero. Nel marzo dell'anno prossimo, il Japan Exchange integrerà anche le contrattazioni sul mercato dei derivati, presso l'Osaka Securities Exchange. Così si consolerà il capoluogo del Giappone occidentale, che ha visto calare il sipario sui 134 di storia del suo mercato azionario (nato nel 1879 in quella che era storicamente il principale centro commerciale del Paese). La fusione porterà benefici alle società che avevano la doppia quotazione, facendole risparmiare sui costi, mentre le aziende che hanno visto trasferirsi le contrattazioni sui loro titoli al Tse potranno essere oggetto di acquisti anche da parte degli investitori istituzionali che di solito operano solo su Tokyo.
Il Nikkei oggi anche "assorbendo" la sua giornata di pausa di lunedì (festività del mare) e beneficia del rialzo del dollaro (che si sta riavvicinando a quota 100 sullo yen dopo un breve calo). Tra i titoli in evidenza, spicca quello del costruttore di veicoli Fuji Heavy (casa madre della Subaru), dopo le indiscrezioni del quotidiano Nikkei secondo cui per il periodo aprile-giugno la società annuncerà risultati operativi record a circa 70 miliardi di yen (con un balzo del 300% sullo stesso periodo dell'esercizio precedente). In progresso anche i titoli del settore finanziario, dopo che le grandi banche americane hanno tutte annunciato risultati superiori alle aspettative. I titoli delle società esportatrici, inoltre, mostrano di saper incassare senza danni la notizia sul rallentamento del Prodotto interno lordo cinese (al 7,5% nel secondo trimestre), in quanto questa frenata è risultata in linea con le attese e non ha scosso più di tanto i mercati esteri.
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