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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2013 alle ore 08:29.

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La Borsa di Tokyo cede il 3% sul rialzo dello yen. In Giappone salgono i prezzi al consumo

La Borsa giapponese accusa il colpo del rialzo dello yen sotto quota 99 rispetto al dollaro: l'indice Nikkei ha chiuso in ribasso del 2,97% a 14.129,98 punti, ampliando le perdite della sessione precedente, tra la continuazione di realizzi di profitto incoraggiati appunto dall'indebolimento del dollaro. I primi riscontri sugli utili aziendali del secondo trimestre, inoltre, segnalano – come nel caso della Nissan – che le imprese giapponesi sentono l'effetto del rallentamento economico in Cina e in Europa.

Non ha avuto un impatto significativo nell'immediato la notizia riguardante l'indice dei prezzi al consumo "core" in Giappone, che per la prima volta da oltre un anno è salito: in giugno, rispetto a un anno prima, evidenzia un +0,4% e segnala l'arrivo di un primo accenno di inflazione, secondo i desideri della banca centrale che si è posta un target del 2% nel rialzo dei prezzi nel giro di poco più di due anni. L'indice "core" include i prezzi dell'energia ma esclude quelli degli alimentari freschi: quello relativo alla città di Tokyo a luglio risulta in avanzata dello 0,3%, il che suggerisce (dato il tradizionale ruolo anticipatore della metropoli) la continuazione delle spinte a un leggero rialzo dei prezzi.

Tra i risultati della politica della banca centrale, è emerso oggi anche il taglio agli acquisti di bond domestici effettuato dalle tre megabanche (Mitsubishi Ufj, Sumitomo Mitsui e Mizuho Financial Group): nell'ultimo trimestre, nel complesso, il loro portafoglio di Jgb si è ridotto del 20 per cento. Tuttavia, secondo le indicazioni, le megabanche non hanno investito che briciole in acquisti di obbligazioni o azioni straniere: le risorse che non sono andate ad acquisti di bond domestici sono state per lo più parcheggiate in deposito alla banca centrale.

La Banca del Giappone ha annunciato oggi un accordo con la Monetary Authority di Singapore, per consentire alla banche straniere che operano nella città-stato di assicurarsi l'accesso a dollari di Singapore offrendo in garanzia titoli di stato giapponesi. Ciò al fine di dare più flessibilità alle banche commerciali nel procacciarsi valuta locale. L'annuncio è coinciso con l'arrivo a Singapore del premier Shinzo Abe, nel corso del suo tour nel Sudest asiatico che l'ha portato in Malaysia e proseguirà nelle Filippine. Il ministro delle Finanze Taro Aso, infine, ha chiarito che il governo deciderà in modo definitivo sull'aumento già previsto del'Iva dal 5 all'8% dal primo aprile 2014 solo dopo le stime finali sul Pil semestrale che saranno annunciate a settembre. Ossia dopo il G-20 di inizio settembre, e non entro quell'occasione come Aso aveva fatto intendere in precedenza.

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