Il fiuto di Buffett funziona "persino" nell'editoria. Il settore è in crisi, e non è una novità. Ma l'oracolo di Omaha ha la vista più lunga dei competitors anche quando si tratta di giornali e magazine, cartacei o digitali. Prima l'acquisto di 63 quotidiani del gruppo Media General a 142 milioni di dollari. Poi il balzo in borsa del titolo del Washington Post Company, che ha fatto lievitare il valore di partecipazione di Buffett - pari al 27,9% - oltre il miliardo di dollari.

Il mercato ha accolto (molto) bene la cessione per 250 milioni di dollari dello stesso Washington Post al fondatore di Amazon, Jeff Bezos. Sotto il tetto dello storico quotidiano Usa restano (tra gli altri) i siti Slate.com e TheRoot.com, il magazine Foreign Policy, il braccio dell'educazione Kaplan, una serie di tv locali e la sede stessa della redazione. Ma il gruppo si è liberato delle attività editoriali che pesavano sui bilanci societari: nel solo 2012 ricavi giù del 7% a 582 milioni di dollari e perdite operative per 53,7 milioni. Una dieta gradita agli investitori, che hanno volare il titolo. E confermato una volta di più l'intuito di Buffett.

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Parallelamente all'incetta di testate locali e al super-balzo del valore di partecipazione al Washington Post, la Berkshire Hathaway è proprietaria di Buffalo News e dell'Omaha World-Herald, il quotidiano della città di Buffett. Nel 2012, l'oracolo ha -di fatto - salvato l'editore Lee Enterprises dalla bancarotta, saldando un debito a 85 milioni della società.

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