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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2013 alle ore 11:00.

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Air France punta al 50% di Alitalia

PARIGI - Sarebbe ormai una questione di giorni. Entro la prossima settimana si dovrebbe conoscere, almeno nelle sue grandi linee, il destino di Alitalia. E lo scenario più probabile, a meno di colpi di scena certo sempre possibili, sembra essere quello di un passaggio, sia pur graduale, della compagnia nelle mani di Air France-Klm. Cioè quello che si sarebbe già potuto verificare nel 2008 - risparmiando un po' di soldi e anticipando la necessaria ristrutturazione - se non ci fosse stato il salvataggio dei "capitani coraggiosi" orchestrato da Silvio Berlusconi in nome dell'italianità.

Se infatti il 28 ottobre scade la clausola di blocco sulla cessione delle partecipazioni, e il vertice del gruppo franco-olandese ha più volte spiegato che entro fine anno la questione andrà comunque affrontata e risolta, è molto probabile che del caso Alitalia si occupi il cda di Air France-Klm fissato per lunedì pomeriggio. Anche se i portavoce della società non confermano neppure la riunione, figuriamoci l'ordine del giorno.

Sicuramente siamo entrati nella fase finale di questa annosa vicenda. Che, insieme al collegamento ferroviario Lione-Torino, sarà al centro dell'incontro di giovedì (lo stesso giorno del cda Alitalia) tra il ministro italiano dei Trasporti Maurizio Lupi e il suo collega francese Frédéric Cuvillier.

Grandi alternative a un percorso che porti a un controllo da parte di Air France è difficile vederle. I soci privati di Alitalia non vogliono o non hanno la possibilità di continuare a iniettare soldi freschi nella compagnia (alcuni di loro non hanno peraltro versato neppure la quota del precedente aumento di capitale). E l'ingresso di un nuovo partner industriale sembra francamente difficile, con Air France primo azionista con il 25%.
Si è parlato molto di Etihad, legata a Air France da un accordo commerciale, ma proprio ieri l'ad della compagnia di Abu Dhabi, James Hogan, ha dichiarato all'agenzia Afp che la priorità in questo momento è l'India: «Abbiamo un forte rapporto con Alitalia, guardiamo a molte società, ma la nostra priorità è Jet Airways».

Non resta che Air France. La quale però ha le sue gatte da pelare: nel 2013 chiuderà il sesto esercizio consecutivo in perdita e ha appena annunciato 2.800 tagli per rispettare il programma di ritorno all'equilibrio nel 2015, con la riduzione dell'indebitamento da 6,5 a 4,5 miliardi. Quindi non ha risorse finanziarie per Alitalia e non vuole ulteriori problemi.

Secondo il sito del quotidiano economico La Tribune, sarebbe interessata a crescere in Alitalia, fino ad assumerne il controllo, ma a due condizioni: di non accollarsi il miliardo di debiti della compagnia italiana e che quest'ultima approdi a Air France con un nuovo piano di risanamento già finanziato.

La discussione al cda di Air France-Klm non sarà comunque facile. Se quello italiano è un mercato molto interessante, Air France è sotto i riflettori delle sue organizzazioni sindacali e deve stare molto attenta a come si muove. Inoltre il vertice di Klm non sembra convinto dell'interesse dell'operazione.

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