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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2013 alle ore 22:19.

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L'analisi dei conti Telecom

In Borsa il titolo di Telecom Italia è al centro dell'attenzione. Certo, a ben vedere, è l'intero settore delle tlc europee in fermento. Il rumor (solo parzialmente smentito) dell'opa di A&T e Verizon su Vodafone è lì a dimostralo. E tuttavia, l'ex incumbent italiano è nel radar degli operatori. Una situazione conseguenza di un mix di fattori. Tra questi, il pressing della Findim (socia con il 5%) critica verso la gestione aziendale. Cui deve aggiungersi, da un lato, la riduzione delle valutazioni d'acquisto da parte di alcune case d'affari. E, dall'altro, la conferma di contatti preliminari con Hutchison Whampoa (vedere domanda a fianco). Un cocktail di eventi e rumor che ha fatto salire il titolo sull'ottovolante. Le azioni, dopo avere toccato il minimo storico, sono rimbalzate con forza in fine settimana. Al di là della situazione contingente, i cui sviluppi si vedranno già nel cda di giovedì prossimo e nella successiva assemblea dei soci (il 17 aprile), per comprendere la situazione è utile dare un'occhiata ai numeri del gruppo. In particolare, ai dati del business domestico. Cioè quel mercato italiano (maturo) cui, a fronte della crescita delle controllate sudamericane, è affidato principalmente il compito di generare cassa. Un cash flow utile anche, e soprattutto, a ridurre l'indebitamento aziendale. Ebbene, proprio rispetto a questo tema alcuni esperti prospettano un'interessante chiave di lettura.

Il business domestico
Quale? È presto detto. I ricavi del business domestico di Telecom Italia (TI) nel 2012 sono scesi del 5,8%. Lo stesso ebitda è calato, ma in misura più contenuta. Il motivo? Anche e soprattutto per le efficienze sui costi. Tanto che il rapporto tra lo stesso ebitda e il fatturato (organici) è cresciuto, passando dal 48,9% del 2011 al 49,3 dello scorso esercizio. Adesso, però, l'andamento dei risparmi operativi è previsto per il prossimo futuro in rallentamento. Una decelerazione fisiologica (tra il 2008 e il 2012 l'Opex è calato di circa 5 miliardi) che, a fronte dei ricavi ancora sotto pressione, per gli esperti darà noia proprio alla generazione dei flussi di cassa.

La società non condivide l'analisi. Sul fronte delle efficienze ricorda che nel piano industriale 2013-2015 sono, comunque, stimati circa 1,3 miliardi di risparmi. Per il 2013 la previsione iniziale era di 400 milioni. In rèalta, è la nuova indicazione, saranno di più. Rispetto, invece, al giro d'affari l'ex incumbent rileva che i ricavi realizzeranno comunque l'atterraggio morbido. Una valutazione, quest'ultima, conseguenza anche della dinamica dei fattori che incidono sulla prima riga di bilancio. Elementi che, a ben vedere, sono essenzialmente quattro.

Regolamentazione e congiuntura
In primo piano, ovviamente, c'è la congiuntura. La recessione in Italia, giocoforza, riduce la domanda di servizi tlc del signor Rossi ma anche, e soprattutto, delle società. Gli stessi analisti rilevano che, nell'ultimo trimestre del 2012, i ricavi dell'ex incumbent da servizi per le imprese sono scesi del 9,9%, mentre quelli consumer sono calati del 4,5%. Ebbene TI, sottolineando che mai in un trimestre ha riscontrato una così alta cessazione d'attività aziendale, dice che anche la prima metà del 2013 sarà problematica; poi, però, dovrebbe concretizzarsi un primo recupero che prenderà più forza nel 2014. L'idea, insomma, è che i ricavi dovrebbero, per l'appunto, realizzare un atterraggio morbido. Tra il 2012 e il 2015, comunque, TI stima il fatturato domestico in calo medio annuo ad una singola bassa cifra percentuale.

Un altro elemento, poi che incide sul giro d'affari è l'attività regolamentare. Di recente, ad esempio, c'è stata la riduzione delle tariffe di terminazione mobile. Un taglio che, nel 2012, ha pesato per qualche centinaia di milioni. Sul 2013 però il gruppo tlc, vista la sua natura di operatore sia wireline che mobile, dice che l'impatto di fatto sarà annullato.

Dall'Agcom alla competizione sui prezzi. Quest'ultima, a ben vedere, influenza i ricavi soprattutto dei servizi tradizionali a minore valore aggiunto, sia nel mobile che sul fisso (voce o sms). Su questo fronte, l'azienda indica la volontà di difendere la base clienti e prevenire la volatilità sui prezzi. Una tattica di "contenimento" cui affiancare la strategia legata all'ultimo fattore che incide sul business: l'innovazione tecnologica. Qui il gruppo telefonico, da un lato (dopo gli 1,2 miliardi spesi per l'acquisto delle frequenze), spinge sull'internet mobile di quarta generazione. E, dall'altro, sulla banda larga in fibra. Certo, qua il tema si lega anche alla storia (infinita) della separazione delle rete. Oltre che alla necessità di investimenti miliardari. E, tuttavia, il gruppo sottolinea il cambio strategico rappresentato dai circa 9 miliardi di capex previsti sull'Italia tra il 2013 e il 2015.

L'innovazione
Al di là numeri sugli impegni economici, un dubbio di fondo però resta: di fronte all'attuale crisi è difficile ipotizzare una richiesta, ad esempio delle aziende, per i nuovi servizi a valore aggiunto (Vas). Cioè, il rischio è di investire senza vendere il prodotto. TI rigetta la considerazione. Nel momento della ripresa le società, da un lato, dovranno aumentare l'informatizzazione per migliorare efficienza e produttività; ma, dall'altro, non avranno convenienza nell'acquistarla. Quindi, sistemi quali, ad esempio, il cloud computing saranno essenziali. Vale a dire: ci sarà domanda di tecnologie che permettono l'archiviazione e l'elaborazione di dati con l'uso, a consumo, di computer presenti in rete. Per questo, nel piano 2013-2015 TI intende investire circa 200-250 milioni l'anno nella nuvola informatica. E sul fronte retail? Anche qui diversi esperti indicano che, nelle aree urbane, l'espansione dell'internet mobile rischia di cannibalizzare l'adsl. E, quindi, sarà un problema per TI. Nuovamente la società professa ottimismo. Le due tecnologie, infatti, non sono equiparabili. Il web via smartphone o tablet, vista la possibilità della sua decadenza nei momenti di massimo traffico, non può sostituirsi al collegamento fisso. Insomma TI, convinta peraltro che l'internet nel mondo consumer sarà sempre più legato ai video e all'entertainment, scommette sul 4G. In particolare, su questa tecnologia, tra il 2013 e il 2015 circa 700 milioni saranno gli investimenti complessivi.

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