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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2013 alle ore 22:19.

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L'analisi dei conti Telecom

Già, gli investimenti. A fronte degli impegni previsiti nel piano industriale, alcuni analisti rilevano che la svolta strategica potrebbe essere in ritardo. Un indizio, in tal senso, sarebbero i ricavi organici da Vas mobili che, nel 2012, sono rimasti piatti (+0,2%). L'azienda non condivide l'obiezione: la dinamica indicata è causata dal ribasso dei prezzi degli sms, compresi nei Vas. Non c'è l'indizio, cioè, di un ritardo strategico. La tempistica è considerata giusta e non preoccupa. Così come non preoccupa la riduzione delle linee fisse collegate a TI (nel 2012, 674.000 in meno). La società, da un lato, rileva che il calo è inferiore a quello fatto registrate nel 2011; e, dall'altro, che è un andamento fisiologico conseguenza anche dei risparmi sulle seconde case. Peraltro, TI sottolinea che nel segmento della banda larga la quota di mercato è rimasta di fatto immutata (51,6%) e che sia il ricavo medio per utente sia gli abbonamenti flat (più stabili) sono saliti.

L'indebitamento netto
Fin qui alcune indicazioni sul business domestico. Ovviamente, però, non può dimenticarsi a livello di gruppo l'andamento complessivo del debito. Anche perchè, all'interno del contesto italiano, quest'ultimo (elevato) è monitorato con attenzione non solo dagli analisti ma anche dalle agenzie di rating. Ebbene, su questo fronte il consensus di mercato prevedeva un obiettivo di indebitamento netto a fine 2013 di circa 26 miliardi. Il piano 2013-2015 indica, invece, per fine esercizio il target al di sotto di 27 miliardi. Inoltre, il rapporto debito netto su ebitda sotto il 2 è posticipato al 2015. Un rallentamento nel deleveraging, insomma, che è considerato negativamente. TI, anche qui rigetta la considerazione. In primis, ricorda che negli ultimi anni il debito netto è molto diminuito, passando da 31,3 miliardi del 2010 a 28,3 del 2012. Inoltre è ben vero che, a fronte del contesto italiano, l'attenzione sull'indebitamento delle aziende è molto forte. E, tuttavia, l'indicazione del nuovo piano è per una crescita strategica che, al di la di fatti eccezionali, è finanziariamente sostenibile. Senza dimenticare, peraltro, da un lato la riduzione del dividendo; e, dall'altro, la liquidità. Quest'ultima è sufficiente a coprire le scadenze oltre i 24 mesi.

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