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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013 alle ore 09:09.

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Chiusura fiacca per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,42% a 15.336,20 punti, il Nasdaq sale dello 0,08% a 3768,25 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,26% a 1.697,46 punti.

Dopo la seduta debole di lunedì i listini europei, le cui valutazioni sono sui massimi da cinque anni, hanno chiuso in rialzo la seduta di martedì (consulta la chiusura dei principali indici di Borsa). I listini hanno ignorato le indicazioni negative arrivate dai dati macroeconomici di giornata. L'indice Case-Shiller, che misura l'andamento dei prezzi delle abitazioni nelle venti principali aree metropolitane d'America, è cresciuto del 12,4% a luglio rispetto allo stesso periodo del 2012, in linea con le attese degli analisti, ma dal rapporto è emersa una certa cautela sulle prospettive future dato che il ritmo di crescita dei prezzi delle case si è ridimensionato. Deludenti anche le indicazioni arrivate dall'indice Ifo sulla fiducia delle imprese in Germania che a settembre si è attestato a 107,7 punti, dai 107,5 di agosto. In rialzo ma sotto le attese che il consensus degli analisti di S&P Capital IQ aveva fissato a 108,4 punti.

A Piazza Affari in luce soprattutto Telecom Italia e i titoli dei suoi principali azionisti dopo l'accordo raggiunto con gli spagnoli di Telefonica per la cessione delle quote della controllante Telco. Sul fronte dei titoli di Stato il differenziale di rendimento tra Bund e BTp, dopo una seduta relativamente stabile, ha chiuso in leggero rialzo. (Segui l'andamento dello spread in tempo reale).

Sui mercati resta l'incertezza sulle decisioni di politica monetaria della banca centrale americana che la scorsa settimana, contro tutte le aspettative, ha deciso di non ridurre il suo piano di stimoli monetari. Il presidente della Fed di Dallas Richard Fisher, che figura tra i banchieri favorevoli al taglio del Quantitative easing, ha detto senza mezzi termini che la Fed ha subito un duro colpo di credibilità non riducendo gli stimoli quando il mercato lo aveva già abbondantemente scontato. Intanto gli analisti iniziano a modificare sensibilmente le proprie previsioni sul momento in cui avverrà il tapering. Per Bnp Paribas il taglio avverrà non più tardi di marzo 2014.

Sempre sul fronte della politica monetaria i mercati fanno i conti con le recenti dichiarazioni del numero uno della Bce Mario Draghi che, nell'ultima audizione all'Europarlamento, ha accennato alla possibilità di lanciare un'altra tornata di finanziamenti agevolati alle banche (Ltro). Una mossa che, secondo gli analisti di Rbc, difficilmente potrà innescare un calo dei tassi considerando che buona parte delle banche ha scelto di restituire anticipatamente i prestiti raccolti nella precedente tornata di Ltro con cui, tra fine 2011 e inizio 2012, la Bce iniettò sul mercato 1000 miliardi di euro di liquidità. La situazione insomma è diversa rispetto ad allora e non è detto che un'operazione analoga possa riscuotere lo stesso interesse nel mondo bancario ed avere lo stesso impatto sui mercati.

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