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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2013 alle ore 23:03.

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È una storia che si ripete, quella del sequestro preventivo di beni mobili da parte di Procure che indagano sulla liceità dei derivati venduti dalle banche agli enti territoriali italiani. Prima la Procura di Milano che nella primavera del 2009 sequestra originariamente oltre 100 milioni per ognuna delle quattro banche straniere (Deutsche Bank, Depfa, JP Morgan e Ubs); poi quella di Acqui Terme che nel novembre del 2009 dispone il sequestro preventivo di un milione e duecentomila euro presso la sede milanese della Bayerische Hypo und Vereinsbank Ag (Hvb, subentrata alla Ubm del gruppo UniCredit); poi i magistrati pugliesi che "congelano" nel 2010 oltre 200 milioni a Merrill Lynch per gli swap venduti alla Regione Puglia. Per arrivare a oggi, ottobre del 2013, giorno in cui la Procura di Verona ha disposto ai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria il sequestro preventivo di oltre 15 milioni presso la sede milanese della Merrill Lynch (la stessa dei derivati pugliesi chiusi però vantaggiosamente dall'ente territoriale e senza bisogno di andare in giudizio).

L'inchiesta della procura di Verona
L'inchiesta riguarda operazioni di finanza derivata per 256 milioni stipulate dal Comune scaligero nel 2007. La Procura ha indagato anche tre top manager della banca d'affari: il direttore finanze Barry Ryan, il dirigente Nicolas Lowmass e il vice presidente pro tempore del Public sector strategic solution group, Marco Massucco. Secondo il pm Giulia Labia, Merrill Lynch avrebbe indotto il Comune di Verona a ritenere sussistenti le condizioni di convenienza economica di ristrutturazione del debito municipale, sottoscrivendo operazioni in derivati. Inoltre, oltre che il reato di truffa aggravata l'accusa ipotizza che la banca d'affari americana avrebbe dolosamente omesso l'indicazione di commissioni occulte implicite per oltre 15 milioni di euro.

Gli accertamenti erano partiti dopo l'avvio nei mesi scorsi di una azione di autotutela del Comune guidato dal sindaco Flavio Tosi per ottenere l'annullamento del contratto. «Si è trattato - precisa Tosi - di un'iniziativa di questa amministrazione, lunga e complessa perché i contratti stipulati dalla precedente amministrazione comunale con Merrill Lynch erano regolati dal diritto inglese, quindi con procedure estremamente complicate. Siamo ancora in una fase iniziale - sottolinea l'amministratore del Carroccio - ma il fatto che si sia arrivati al sequestro di questa somma significa che l'iniziativa del Comune nei confronti di Merrill Lynch non è ritenuta infondata e fa sperare che ci possa essere una conclusione positiva».

Tosi non esclude comunque una composizione del caso fuori dalle aule giudiziarie. «Siamo aperti anche a una soluzione extra giudiziale - conclude - cosa avvenuta anche in altri casi. Se ci fosse l'ipotesi di una transazione positiva per la nostra amministrazione comunale la si può valutare senz'altro. Noi vogliamo l'interesse della comunità ed è il recupero di queste somme».

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