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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2013 alle ore 12:12.
Se il Congresso americano non riuscisse a trovare un accordo per alzare il tetto del debito, sui mercati finanziari mondiali si scatenerebbe una catastrofe senza precedenti, roba da fare impallidire il ricordo del collasso, poco più di 5 anni fa, di Lehman Brothers che innescò la più grave crisi economica del Dopoguerra. A lanciare l'allarme è l'agenzia di stampa Bloomberg secondo cui, se gli Stati Uniti non fossero in grado di ripagare 12mila miliardi di dollari di debito (23 volte l'esposizione di Lehman all'epoca del crack), le conseguenze si farebbero sentire in tutto il mondo.
Tra i pareri più autorevoli sullo stallo politico americano che sta facendo tremare i mercati c'è quello del ceo di Pimco Mohamed El-Erian che spiega che «se accadesse - ed è un grande "se" - ci si dovrebbe aspettare una serie di ripercussioni potenzialmente in grado di trasmettere il default a molti altri mercati. Il tutto si sommerebbe alle difficoltà che oggi attraversano l'economia mondiale e minerebbe il ruolo giocato dagli Stati Uniti nello scacchiere internazionale». Il punto è che i Treasury sono una delle forme di investimento più sicure e diffuse e il venir meno della fiducia nei titoli di Stato della prima economia mondiale avrebbe conseguenze catastrofiche per un mondo, quello della finanza, che poggia proprio sulla fiducia.
Secondo il ceo e presidente di Berkshire Hathaway Warren Buffet, spingere la prima economia del mondo verso il default non dovrebbe essere considerato diverso dall'impiegare delle «bombe atomiche», ovvero una cosa «troppo orribile da fare». Uno dei fattori che preoccupa di più è il possibile congelamento del mercato dei repurchase agreement, una forma di prestito garantito a breve termine impiegato da banche e società di investimento. Era accaduto, con conseguenze drammatiche, nel dopo-Lehman e il fenomeno si ripeterebbe su scala ancora maggiore in caso di default Usa perché i Treasury Usa fungono da collaterale per buona parte di queste transazioni.
Nonostante l'ipotesi di un default Usa sia bollata come folle, a causa del protrarsi dello scontro politico tra Repubblicani e Democratici oggi non è più considerata impossibile. I precedenti per gli Stati Uniti, va detto, sono a dir poco rari: ci fu un default nel 1790, quando la neonata unione rimandò fino al 1801 gli interessi sui debiti contratti con i singoli Stati e ci fu un ritardo nella restituzione di 122 milioni di dollari nel 1979 a causa di un problema tecnico. Soldi e interesse vennero poi regolarmente pagati, ma i rendimenti dei titoli schizzarono verso l'alto di mezzo punto e ci vollero mesi per farli tornare ai livelli precedenti l'incidente.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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